Cartoline dal Torino Film Festival: “Mandy” e “L’amour debout”

Secondo giorno in Piemonte prime delusioni per il vostro inviato, che si imbatte in due film obliabili

È difficile ma non impossibile per i creativi e competenti selezionatori di un Festival del cinema riuscire a inserire nel programma, in una sola giornata, non uno ma due “film-pacco”.

Con questo termine si definiscono quelle pellicole che, accuratamente inserite nalla lista degli imperdibili dalla Direttora, il vostro inviato non riesce in alcun modo a comprendere o interpretare – tutta colpa dei suoi limiti culturali e professionali, chiaramente!

Sia come sia, solo dopo due giornate di TFF, mi ritrovo alla disperata ricerca delle parole più adatte per esprimere il mio parere su “Mandy” di Panos Cosmatos e “L’amour debout” di Michael Dacheoux, inseriti uno nella sezione After Hours, uno in Festa Mobile.

Una scena del film “L’amour debout”.

Sebbene a mio parere sarebbe sufficiente inserire le due pellicole nella categoria “Spira mirabilis” e finirla qui, il timore della pacata reazione del mio capo-redattore mi spinge ad approfondire un attimo l’argomento.

Da Torino per oggi, fortunatamente, è tutto.

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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