Cartoline dal Torino Film Festival: pronti via l’inviato già vede le stelle

Arrivato in Piemonte e recuperato l'accredito è già il momento di tentare l'incastro impossibile

La quiete prima della tempesta? No. Aspettando Godot? Per carità! I dolori del giovane Werther? Ma dai, già fatto. Se neanche parafrasare frasi celebri o prendere spunto dai titoli di importanti opere letterarie mi aiuta a trarmi d’impaccio, è proprio il caso di dirlo… Houston, abbiamo un problema!

Il problema in questione si chiama Torino Film Festival, perché il vostro inviato, al quarto anno consecutivo in terra piemontese, è alla ricerca “matta e disperatissima” di un’idea o uno spunto per raccontarvi questi sette giorni di cinema in modo innovativo, magari persino divertente.

L’attempato inviato si illude di poter evitare, almeno per il 36° TFF, le famigerate cartoline e appena sceso dal treno pregusta già un’indigestione da Gianduiotto. Quando ecco, puntuale, arriva il messaggio della “direttora”. “Ben arrivato. Sistemati in albergo e poi magari mi scrivi la prima cartolina, da pubblicare già domani”.

L’indigestione da Gianduiotto è presto sostituita dalla nevrosi da programma, una patologia che colpisce l’inviato alla viglia di ogni festival del cinema. Dopo aver gettato in stanza le valigie, corro a ritirare l’accredito e soprattutto due preziosissimi documenti: gli orari delle anticipate stampa e delle relative conferenze.

Inizia così una lunga ed esasperante serata in cui si cerca di stilare una sorta di programma giornaliero di sopravvivenza, mettendo insieme l’impossibile, fiducioso di poter essere in due posti nello stesso momento. Sì perché è più facile sovvertire le leggi della fisica, ottenendo il dono dell’ubiquità, che convincere un caporedattore a rinunciare anche solamente a uno dei pezzi concordati.

Il vostro inviato, dopo aver letto e riletto il programma e tentato decine di simulazioni, preso dall’umana rassegnazione scrive al caporedattore. “Direttora, guardando il programma delle anteprime e delle conferenze ci sono delle evidenti sovrapposizioni, dobbiamo fare delle scelte e rinunciare a qualcosa. Preferisci avere più recensioni o racconti dalle conferenze?”

Trascorso meno di minuto arriva la telegrafica risposta: “Voglio entrambi, ovviamente. Ciò che perdi un giorno lo puoi recuperare in un altro. Buon lavoro. Ah, mi raccomando la cartolina da pubblicare domani. L’aspetto quanto prima”.

Il Torino Film Festival 2018 non è ancora iniziato, ma il vostro inviato già vede le stelle…

 

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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