Che tu sia per me il coltello, David Grossman

Che tu sia per me il coltelloIn un gruppo di persone, un uomo vede una donna sconosciuta che con un gesto quasi impercettibile sembra volersi isolare dagli altri. Commosso, Yair le scrive, proponendole un rapporto profondo, aperto, libero da qualsiasi vincolo, ma esclusivamente epistolare. Più che una proposta è un’implorazione e Myriam ne resta colpita, forse sedotta. Un mondo privato si crea così fra loro, ognuno dei due offre all’altro ciò che mai avrebbe osato dare ad alcuno, e in questo processo di svelamento Yair e Myriam scoprono l’importanza dell’immaginazione nei rapporti umani e la sensualità che si nasconde nelle parole. Finché Yair si rende conto che le lettere di quella donna stanno aprendo un varco dentro di lui, gli chiedono con imperiosa delicatezza una svolta nella sua vita interiore. Il risultato è un romanzo avvolgente e “impudico” che ci mostra quanta strada bisogna percorrere per vincere la paura e arrivare a toccare liberamente, con pienezza, l’anima (e il corpo) di un altro essere umano.


 

David Grossman, scrittore e saggista israeliano, nasce a Gerusalemme nel 1954. Oltre a quello di cui sto per parlarvi, tra i suoi romanzi più conosciuti ricordiamo “Vedi alla voce: amore”, “Qualcuno con cui correre”, “A un cerbiatto somiglia il mio amore” .

Conoscevo l’autore soltanto per sentito dire, e avevo sempre rimandato il momento di avvicinarmi alla lettura di qualcosa di suoi. Poi mi sono iscritta all’ennesimo gruppo di lettura ed essendo in programma proprio un libro di Grossman ho deciso finalmente di leggerlo.

Che tu sia per me il coltello parla di uno scambio di lettere tra due persone, un uomo e una donna, Yair e Myriam. Non ci sono narratori, sono i due personaggi in prima persona a raccontare la storia e le loro emozioni. Tra loro si va creando una sorta di “mondo privato” e in questo processo di reciproco avvicinamento Yair e Myriam scoprono l’importanza dell’immaginazione nei rapporti umani e la sensualità che si nasconde dietro le parole. Questo finché Yair non si rende conto che le lettere di quella donna sconosciuta stanno aprendo un varco dentro di lui, chiedendogli, con una delicatezza soltanto immaginata, di compiere una svolta interiore.

Si tratta di un libro controverso, almeno nella mia esperienza di lettrice. Fin dall’inizio sono stata infastidita dal personaggio di Yair e dalla presunzione di cui da prova nelle sue lettere. Quando ho terminato il romanzo, però, ero tremendamente triste. Non saprei nemmeno io bene come esprimere a parole i sentimenti provati, so solo che, seduta sul mio divano, ho stretto a me il libro, abbracciando idealmente anche i due protagonisti.

“Che tu sia per me il coltello” è un romanzo denso di emozioni e di parole scorrevoli. Avevo sentito molto parlare di questo libro e adesso che l’ho letto non posso non notare come dimostri in maniera indiscussa la genialità di Grossman. L’autore è capace di descrivere, attraverso una situazione così particolare, la bellezza della vita e dell’amore immaginario dei due protagonisti. La bellezza di una paternità, inaspettata e felice, e di una maternità ricercata, negata, poi trovata ma punita.

Certamente uno dei libri da leggere almeno una volta nella vita.

 


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Valeria Arciuolo
Ligure di origini, vive in provincia di Novara da tre anni a questa parte per amore e per lavoro. Mamma blogger, adora il cinema, la lettura, l’arte e la moda. Scrive per diverse testate e spera in futuro di portare avanti un progetto tutto suo.

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