Christoph Waltz: “I cattivi sono i personaggi più divertenti dei film”

L'attore austriaco apre la serie degli Incontri Ravvicinati alla Festa del cinema di Roma

di Alberto Leali

 

Il due volte premio Oscar Christoph Waltz si racconta alla 12° edizione della Festa del Cinema di Roma, per il primo Incontro Ravvicinato della serie che vedrà avvicendarsi sul palco, tra gli altri, Ian McKellen e Xavier Dolan.

Dopo un passato da navigato attore teatrale, il successo arriva per l’attore austro-tedesco con l’interpretazione del colonnello Hans Landa in “Bastardi senza gloria” di Quentin Tarantino, con cui vince la sua prima statuetta come miglior attore non protagonista.

Da allora è diventato l’emblema del cattivo perfetto, passando da un personaggio negativo ad un altro, rendendoli tutti a loro modo indimenticabili. “È innegabile che i cattivi siano più divertenti dei buoni – dice l’attore. – Il cattivo è l’elemento trainante della storia e quindi deve necessariamente essere più interessante”.

Waltz in una scena del film “Bastardi senza gloria” di Quentin Tarantino (2009)

A Tarantino, che gli regala i suoi personaggi più celebri, Waltz rivolge dal palco molti elogi.

Quentin è sempre un passo avanti a tutti. La sua capacità di scrivere è straordinaria: tutto è nel copione, ogni virgola. È dalla sceneggiatura che parte tutto, anche gli aspetti visivi. Amo la sua scrittura, è piena di poesia. Ho una profonda ammirazione per gli sceneggiatori e non penso che un attore possa migliorare una sceneggiatura. Penso che si sopravvaluti un po’ troppo, oggigiorno, l’improvvisazione”.

Waltz si sofferma anche sul mestiere dell’attore.

“A 20 anni pensavo che Marlon Brando fosse il più grande attore del suo tempo, ma riguardando oggi i suoi film non riesco proprio più a vederla allo stesso modo. Questo mi fa capire come i punti di riferimento si spostino, cambino: d’altronde gli attori, per quanto possano piacerci, non sempre fanno cose buone. L’ammirazione non deve diventare ideologia. Sono convinto che recitare ed essere una star siano due cose diverse. Un attore può essere bravo e rimanere nell’oscurità; un altro, meno dotato, può diventare una star grazie al sistema. Sono convinto, però, che ogni attore possa trovare una parte in cui essere sensazionale”.

Waltz con Jamie Foxx in “Django Unchained” di Quentin Tarantino (2012)

Waltz parla anche dei suoi film della vita, tra cui spiccano due italiani, firmati dai maestri Francesco Rosi (“Il momento della verità”) e Federico Fellini (“I Vitelloni”).

“I protagonisti di questi film sono persone che vogliono lasciare a loro modo un segno, vogliono cambiare le cose nella società. Sono eroi diversi da quelli che siano abituati di solito a vedere nei film. Ed è questo che mi affascina”.

E dell’incontro con Fellini ricorda: “Ho incontrato Fellini in occasione del casting di E la nave va, avevo 24 anni ed ero un vero ribelle. Adoro Fellini per la sua straordinaria capacità di parlare a tutti: per farlo, come diceva lui, bisogna essere autentici. E l’autenticità è dentro di noi, perché ciascuno di noi parla di se stesso, in un modo o nell’altro”.

 

Previous article“Nothingwood party”: Samil Shaheen, anima del cinema afghano
Next article“Cabros de mierda”: le tre Gladys e un missionario nordamericano
Parole a Colori
Un portale d’informazione che si occupa di cultura e spettacolo a 360°, con un occhio di riguardo per il mondo dei libri e dell’editoria, per il cinema, la televisione, l’arte.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here