“City of lies – L’ora della verità”: chi ha ucciso Notorious B.I.G. e Tupac?

Il film di Brad Furman con Johnny Depp finisce per annacquare la portata forte della storia vera

Un film di Brad Furman. Con Johnny Depp, Forest Whitaker, Toby Huss, Dayton Callie, Neil Brown Jr., Louis Herthum. Thriller, 112′. USA 2018

Russell Poole è un detective che ha dedicato gran parte della propria vita a investigare gli omicidi dei rapper Tupac Shakur e Notorious B.I.G., fino a giocarsi la carriera. Anni dopo viene contattato dal reporter Jack Jackson, che con un pezzo su quello stesso caso aveva vinto un Peabody Award. Le sue teorie però sono poi state sconfessate dai successivi procedimenti giudiziari e così, in cerca di una nuova verità, rintraccia Poole, che anche dopo aver lasciato il dipartimento ha privatamente continuato le indagini ed è pure rimasto in contattato con la madre di Christopher “Biggie” Wallace. I due cercano di mettere insieme i pezzi del puzzle e identificano una cospirazione poliziesca, che si collega anche allo scandalo del distretto corrotto di Rampart.

 

Adattamento cinematografico del romanzo “Labyrinth” del giornalista Randall Sullivan, “City of lies – L’ora della verità” di Brad Furman esplora il labirinto oscuro che nasconde, da oltre vent’anni, la verità sugli omicidi di due rapper, Tupac Shakur (1996) e Notorius B.I.G. (1997).

Dopo “Platoon” di Oliver Stone, Johnny Depp si riunisce sul grande schermo con il talentuoso Forest Whitaker per indossare i panni di un personaggio mite e complesso, pieno di sfaccettature, dai grandi obiettivi e validi principi morali. Contro tutti, a volte anche contro se stesso, è un protagonista diverso da quelli a cui l’attore ci ha abituato fino a oggi, più misurato.

Purtroppo, la sceneggiatura del film annacqua la storia vera, ne sbiadisce contorni e propositi e si perde in diversi passaggi chiave, lasciando al pubblico soprattutto un disappunto finale.

Le immagini dei due rapper, “2Pac” e “Biggie”, ad esempio, sono distorte e finisce che la ricostruzione sembra falsata, romanzata esageratamente, e i loro cold case quasi in ombra rispetto alle storie di Poole e Jackson.

“City of lies”, insomma, si regge tutto sulle spalle di Depp e Withtaker. I due formano un duo deciso, convincente e profondo tanto da portare il pubblico a chiudere spesso un occhio, o anche tutti e due, davanti a controsensi, banalità e inciampi.

 

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Sofia Peroni
Classe 1996, marchigiana d’origine, studia comunicazione a Roma e ha trovato il modo di coniugare la passione per il cinema e quella per la scrittura... Come? Scrivendo sul e per il cinema dal 2015. Ha all'attivo diverse esperienze sul set, con registi del calibro di Matteo Garrone, e sogna un giorno di veder realizzato il suo film.

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