“Cocaine – La vera storia di White Boy Rick”: un noir urbano a tinte forti

La storia vera, tra biopic, crime e dramma familiare, del più giovane informatore dell'FBI di sempre

Un film di Yann Demange. Con Matthew McConaughey, Richie Merritt, Bel Powley, Jennifer Jason Leigh, Brian Tyree Henry. Drammatico, 110′. USA 2018

Detroit, 1984: l’adolescente Rick vive con il padre, un piccolo trafficante di armi che sogna di aprire una videoteca, da quando la madre e la sorella maggiore se ne sono andate di casa. Vendendo armi a basso prezzo, Rick si guadagna il rispetto delle bande di criminali del quartiere e, in un mondo composto unicamente di neri, diventa per tutti “White Boy Rick”. Ricattato dall’FBI, che avrebbe le prove per incriminare il padre, Rick accetta suo malgrado di fare l’informatore e contribuisce a smantellare una rete di spacciatori e poliziotti corrotti che arriva fino all’ufficio del sindaco. Quando però comincia a spacciare per conto proprio viene arrestato e condannato all’ergastolo, nonostante la giovane età e il lavoro svolto fino a quel momento per le autorità.

 

Diretto dal regista Yann Demange e scritto da Andy Weiss e Logan e Noah Miller, “Cocaine – La vera storia di White Boy Rick” racconta la vicenda poco conosciuta di un sedicenne di Detroit, divenuto il più giovane informatore dell’FBI di sempre in merito a un affare di droga.

Con una narrazione accattivante a metà strada tra un biopic classico e un dramma familiare, il film è composto da due momenti distinti: una prima parte molto autoriale che si focalizza principalmente su Rick e sul percorso che fa all’interno dell’ambiente criminale, e poi una seconda, che accelera verso il finale in modo un po’ confuso, mescolando alla narrazione crime il dramma familiare.

Questa duplicità rende il racconto, nell’insieme, piuttosto sfocato. La storia della famiglia Wershe è certamente degnata di nota dal momento che padre, figlio e figlia (interpretati con grande efficacia da Matthew McConaughey, Richie Merritt e Bel Powley) avevano tutti un rapporto più o meno diretto col mondo del traffico di dorga. Sono le vicende di Richard Wershe Jr., incredibili ma terribilmente reali, però, che avrebbero meritato maggiore attenzione.

Raccontando una vera storia di crimine in cui il “cattivo ragazzo” è qualcuno in cui ci si può riconoscere e per cui si può provare empatia, viste le sue buone intenzioni, “Cocaine – La vera storia di White Boy Rick” riesce solo in parte a inserire nella narrazione la tematica dell’ingiustizia sistemica subita dal protagonista, che avrebbe meritato un approfondimento.

Nonostante questi difetti, le performance degli attori e la realizzazione del film sono riuscite e convincenti, e rendono il progetto tutto sommato vincente. Dietro la fotografia di Tat Radcliffe, “Cocaine” colpisce con le sue cupe tonalità, attraverso un’illuminazione satura che sembra scorrere attraverso lampioni morenti, dipingendo un mondo cupo e squallido per i suoi personaggi.

 

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Federica Rizzo
Campana doc, si laurea in scienze delle comunicazioni all'Università degli studi di Salerno. Internauta curiosa e disperata, appassionata di cinema e serie tv, pallavolista in pensione, si augura sempre di fare con passione ciò che ama e di amare fortemente ciò che fa.

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