Un film di Riccardo Milani. Con Paola Cortellesi, Antonio Albanese, Sonia Bergamasco, Claudio Amendola, Luca Argentero. Commedia, 110′. Italia 2021

Monika è appena stata arrestata perché le sue sorelle gemelle cleptomani hanno nascosto la refurtiva in un locale di sua proprietà. L’unica persona che può aiutarla è Giovanni, l’intellettuale progressista con cui ha avuto tre anni prima una breve relazione. Giovanni riesce ad ottenere per lei una conversione di pena, dal carcere ad una parrocchia di periferia molto impegnata nel sociale, ma la parrocchia sorge proprio accanto al nuovo polo culturale che Giovanni sta contribuendo a lanciare, e la presenza costante di una “coatta della borgata Bastogi” come Monika risulta oltremodo imbarazzante per il politico radical chic con nuova fidanzata cacciatrice di sponsor.

 

A distanza di quattro anni dal fortunato esordio, Riccardo Milani ritorna con un nuovo capitolo che non si limita a replicare la formula di successo del primo film, ma la migliora, spingendo ancora di più sulla contrapposizione tra i due protagonisti, Giovanni e Monika, e i loro mondi.

Come i due avevano previsto, la loro storia è durata poco, pochissimo, “come un gatto in tangenziale”. A distanza di tre anni, lui (Albanese) è legato a un’altra donna, Camilla (Felberbaum), ed è impegnato in un progetto di recupero di uno spazio in periferia. Lei (Cortellesi), invece, è in carcere per colpa delle sorelle gemelle con il vizio dello “shopping compulsivo”.

“Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di morto” è, se possibile, più divertente del primo film, ma dimostra anche una certa robustezza, dovuta all’ottimo lavoro di scrittura e alla bravura del cast. Agli spunti esilaranti se ne aggiungono altri socialmente ambiziosi, come la povertà, la violenza sulle donne, la cultura come veicolo di emancipazione.

In un film che funziona soprattutto grazie ai suoi protagonisti, importanti diventano anche le figure cosiddette di contorno, tutte ben caratterizzati e riconoscibili. Tra loro spiccano Don Davide (Luca Argentero), un “prete operaio” che accetta di sporcarsi le mani e rischiare la galera per il bene della comunità, e Luce (Sonia Bergamasco), ex moglie di Giovanni che qui è davvero esilarante.

Più divertente ma anche più serio, il film di Milani non ha paura di allontanarsi dal fortunato precedente per cercare nuove strade. Lo fa con la consueta ironia e con l’umorismo dei suoi personaggi che fanno incontrare e scontrare il mondo chic del centro storico di Roma e quello coatto delle borgate. Per un matrimonio possibile? Staremo a vedere. 

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Federica Rizzo
Campana doc, si laurea in scienze delle comunicazioni all'Università degli studi di Salerno. Internauta curiosa e disperata, appassionata di cinema e serie tv, pallavolista in pensione, si augura sempre di fare con passione ciò che ama e di amare fortemente ciò che fa.

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