“Company parade”: recensione del romanzo di Margaret Storm Jameson

Fazi pubblica per la prima volta in Italia il capitolo iniziale della trilogia "Lo specchio nel buio"

Arriva per la prima volta in Italia, edito da Fazi, Company parade di Margaret Storm Jameson, il capitolo iniziale della trilogia “Lo specchio nel buio”, un’opera avvincente e raffinata, considerata, a ragione, una sorta di manifesto dell’emancipazione femminile.

Nel 1918, all’indomani dell’armistizio, la giovane Hervey Russell si trasferisce a Londra dallo Yorkshire , lasciandosi alle spalle il marito e il figlio piccolo. Non ha denaro né esperienza, ma ha la forza di volontà della nonna imprenditrice e i sogni della gioventù; è forte e vulnerabile al tempo stesso, a muoverla sono la voglia di affermarsi e il desiderio di assicurare al figlio un futuro migliore.

Mentre tenta di sfondare come scrittrice, di giorno lavora in un’agenzia pubblicitaria e la sera vaga per le strade della città, sola ma libera, lasciandosi deliziare da ogni particolare. Hervey è una donna in un mondo di uomini: il capo David Renn, veterano solitario e disilluso; i due amici storici, ex soldati che hanno in mente di dare vita a un nuovo giornale; e poi scrittori presuntuosi, intellettuali salottieri e spregiudicati uomini d’affari. Anche il marito, ogni tanto, torna a fare capolino, mentre l’amante vuole portarla con sé in America…

Company parade” offre un affresco meravigliosamente dettagliato e realistico dell’ambiente culturale londinese dell’epoca, del mondo editoriale e pubblicitario ma anche della vita di tutti i giorni, segnata dal trauma della guerra appena conclusa e dalle difficoltà di tornare alla normalità, per i veterani, o di inserirsi nel mondo del lavoro, dei giovani.

Ma quello che colpisce, come sottolinea in modo magistrale Nadia Terranova nella sua introduzione, è la capacità di questo romanzo di risultare moderno, attualissimo, nonostante sia stato scritto nel 1934.

Al centro della storia si muove questa giovane donna coraggiosa, Harvey Russell, che incarna lo spirito delle donne del tempo ma anche i timori e le ansie di tutte le generazioni di donne che l’hanno seguita. Riuscirò ad affermarmi, in un ambiente di lavoro principalmente maschile? Ho le capacità per farlo? Ma soprattutto, ho il diritto di desiderare il successo professionale, e non solo una vita privata appagante?

Sono domande che Harvey si pone a più riprese nel libro, e sfido le lettrici, giovani e meno giovani, a dire che non lo hanno fatto anche loro, prima o dopo, trovandosi davanti a degli ostacoli che apparentemente sembravano insormontabili. Ma poi, con ostinazione, coraggio e un pizzico di pazzia, una strada per scalare le montagne si trova quasi sempre. La storia insegna.

 

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Roberta Turillazzi
Giornalista per passione e professione. Mamma e moglie giramondo. Senese doc, adesso vive a Londra, ma negli ultimi anni è passata per Torino, per la Bay area californiana, per Milano. Iscritta all'albo dei professionisti dal 1 aprile 2015, ama i libri, il cinema, l'arte e lo sport.

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