“Corpus Christi”: fede, vocazione e inganno nel film di Jan Komasa

Una storia intensa, provocatoria e spiazzante, ispirata a fatti realmente accaduti in Polonia

Un film di Jan Komasa. Con Bartosz Bielenia, Aleksandra Konieczna, Eliza Rycembel,  Tomasz Zietek, Barbara Kurzaj. Titolo originale: Boże Ciało. Drammatico, 115′. Polonia, Francia 2019

Il ventenne Daniel scopre una vocazione spirituale mentre sconta la sua pena in un centro di detenzione, vocazione che però si scontra con il suo passato. Uscito dall’istituto trova lavoro come carpentiere in una piccola città, ma al suo arrivo viene scambiato per il nuovo parroco. La comparsa di questo giovane e carismatico predicatore diventa l’occasione per la comunità, scossa da una tragedia avvenuta qualche tempo prima, di ricominciare.
 
 
 

La “crisi vocazionale” è uno dei grandi problemi che sta affrontando la Chiesa cattolica in questo inizio di terzo millennio. I giovani che decidono di farsi preti sono in netto calo, e quelli che si dimostrano interessati non necessariamente hanno un curriculum immacolato…

“Corpus Christi” di Jan Komasa, ispirato a fatti realmente accaduti e presentato alle  Giornate degli autori di Venezia 2019, racconta utilizzando il genere della commedia drammatica la realtà culturale, spirituale e morale della Polonia di oggi. Un Paese contraddittorio e molto diverso rispetto all’idea che ne abbiamo noi.

Protagonista del film è il ventenne Daniel (Bielenia) che, cresciuto nella violenza e nell’illegalità, sente “la chiamata” durante gli anni di riformatorio. Vorrebbe frequentare il seminario, ma la sua fedina penale sporca glielo impedisce.

Arrivato in un piccolo paese per lavorare come carpentiere, approfitta dell’ambigua situazione e dell’ingenuità degli abitanti per fingersi prete. Daniel conquista la stima e il rispetto dell’intera comunità, scossa da quando un tragico incidente è costato la vita a nove persone.

La sceneggiatura è intensa, provocatoria, spiazzante, dissacrante e allo stesso tempo commovente. Pet toni e tempi, il film ricorda uno spettacolo teatrale, e questo da una parte è un bene ma dall’altro si riflette sul ritmo, rallentandolo parecchio.

Il giovane Bartosz Bielenia interpreta in modo magistrale e carismatico Daniel, rappresentando al meglio il contraddittorio personaggio.

Il finale, amaro, crudo ma allo stesso tempo salvifico, ci dimostra come anche un giovane criminale, se spinto da buone intenzioni, può rivelarsi utile al cambiamento degli altri. Ma chiaramente il prezzo degli errori fatti si paga sempre…

 

Il biglietto da acquistare per “Corpus Christi” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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