“Cosa fai a Capodanno?”: una black commedy che non decolla

L'esordio alla regia dello sceneggiatore Filippo Bologna (Perfetti sconosciuti) è un film caotico

Un film di Filippo Bologna. Con Luca Argentero, Ilenia Pastorelli, Alessandro Haber, Vittoria Puccini, Isabella Ferrari. Commedia, 95′. Italia 2018

Un gruppetto di scambisti decide di trascorrere la notte di Capodanno in una baita di montagna. Ci sono due sposini in cerca di emozioni forti, un ex politico confinato su una sedia a rotelle accompagnato da una giovane dark, e una matura signora altoborghese insieme d un ragazzo che, per età, potrebbe essere suo figlio. È anche in arrivo (o forse no) un carico di aragoste e champagne per consentire al gruppetto di festeggiare l’occasione nel tripudio dei sensi. Ma nulla andrà come pianificato, anche perché ad aspettarli nella baita non c’è la coppia di viziosi pronti a ospitare un’orgia casalinga, ma due ladruncoli intenzionati a svaligiare la casa.

 

Esordio alla regia per lo sceneggiatore Filippo Bologna (Perfetti sconosciuti), “Cosa fai a Capodanno?” sembra voler replicare alcuni elementi del film di successo di Paolo Genovese, l’ambientazione “interna” e i personaggi alle prese con relazioni grossolane e difficoltà di comunicazione soprattutto.

Se in “Perfetti sconosciuti” l’espediente narrativo per riunire il gruppo era una cena, qui è il Capodanno – o meglio, lo scambio di coppia a Capodanno – organizzato in una baita in montagna. Ma, per gli scambisti, niente andrà come pianificato.

Grottesca black commedy, “Cosa fai a Capodanno?” mixa diversi generi senza riuscire però a rappresentarne bene nemmeno uno. Nell’intenzione del regista il film doveva essere una commedia nera con un tocco western che rimandasse alla tradizione della commedia italiana ma anche a Tarantino e ai fratelli Coen. Quello che ne vien fuori è uno sterile susseguirsi di sequenze che sembrano non avere né capo né coda.

La diversità dei personaggi permette sicuramente un incontro/scontro fra le maschere dell’Italia contemporanea: un maturo e carismatico politico in sedia a rotelle (Haber), una femme fatale e signora dell’alta borghesia (Ferrari), un ladro (Argentero), una donna succube del suo uomo (Pastorelli) e un’altra enigmatica e apatica (Puccini).

Bologna segue i suoi “eroi”, concedendosi qualche virtuosismo retró di troppo. Un esercizio di stile senza fondamento che non si traduce in una narrazione fluida. Il risultato è abbastanza desolante, un’operazione che non riesce a stare in piedi, sempre in bilico tra la commedia (che non decolla) e il dramma da camera (che la sceneggiatura non sostiene a dovere).

I dialoghi, poi, sono totalmente letterari, lontani dalla realtà. Quelli razzisti – o meglio classisti – che Bologna mette in bocca a Haber, ad esempio, risultano qualunquisti e privi di qualsiasi tipo di logica o buon senso. Quello che davvero manca a “Cosa fai a Capodanno?” è l’umanità dei personaggi, che perdono di credibilità man mano che la narrazione avanza, e rendono molti difficile allo spettatore immedesimarsi.

 

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