di Valeria Lotti

 

Uno dei prodotti più famosi della Cina è senza dubbio il tè. Verde, bianco, nero, al gelsomino, le varianti sono innumerevoli e soddisfano tuti i gusti.

La zona di Hangzhou è famosa soprattutto per la coltivazione della varietà di tè verde Longjing, il cui nome significa letteralmente “pozzo del drago” ed ha un’origine piuttosto misteriosa, tanto che a riguardo esiste più di una leggenda.

Secondo una versione, il nome deriverebbe da un pozzo contenente un’acqua molto densa sulla cui superficie l’acqua piovana, più leggera, formava delle sinuose immagini che assomigliavano a un drago; secondo un’altra da un pozzo in cui viveva un drago che controllava la pioggia e a cui gli abitanti del villaggio rivolgevano preghiere per irrigare in modo giusto i loro campi.

Quale che sia l’origine, questo tè dalle piccole foglie di forma allungata coltivato sulle colline intorno al Lago Occidentale è considerato uno dei più pregiati di tutto il paese, anche perché gode dell’appellativo “tè imperiale” conferitogli dalla dinastia Qing.

 

TRA LE COLTIVAZIONI DI TÈ

Vivendo proprio ad Hangzhou, un sabato di sole mi è sembrato l’occasione perfetta per concedermi una breve fuga dalla città alla volta delle vicine coltivazioni.

Salita in macchina con alcuni amici del luogo, dopo circa mezz’ora sono scesa in un villaggio a sud ovest del Lago Occidentale, in cui varie case da tè sorgono proprio sui campi di Longjing.

Qui si possono osservare le donne col tipico cappello conico di bambù passare tra le file ordinate di cespugli di tè, piegarsi per cogliere le foglie e poi riporle nei cestini intrecciati che portano al braccio.

Superata la parte più trafficata del villaggio, le piante di tè lasciano il posto ad alte canne di bambù che si inerpicano su per la collina. Un tempietto, una piccola sorgente e delle antiche tombe dimenticate completano il quadro.

 

IL LONGJING

Che non era un posto turistico si capiva dai prezzi modici e dal servizio spartano, ed era esattamente ciò che volevamo io e i miei accompagnatori.

Seduti su un’ampia terrazza, immersi nel leggero profumo delle piante di tè, con il cinguettio degli uccelli in sottofondo coperto a volte dal rombo del motore di un veicolo, abbiamo sorseggiato il delicato infuso verde quasi trasparente accompagnandolo con semi di zucca e di cocomero e noccioline croccanti, come da tradizione.

Nonostante mi sia goduta l’idillio campestre, non ho cambiato parere: il Longjing non rientra tra i miei tè preferiti! Ha un gusto talmente delicato da risultare molto poco aromatico, oserei dire sciapo.

De gustibus, cari lettori. Non vi resta che assaggiarlo, e magari scoprirete che il “pozzo del drago” invece è proprio il tè che fa per voi.

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