Da Maria Antonietta a Napoleone: la storia di Francia nei romanzi

Il 2 novembre non è solo il giorno dei morti in molte culture del mondo, è anche l’anniversario della nascita di un personaggio storico controverso, di cui moltissimo si è scritto e detto, Maria Antonietta, Regina di Francia.

Arciduchessa d’Austria, figlia della grande Maria Teresa, sposa al delfino di Francia a soli 16 anni, capricciosa, spendacciona, spesso vittima nel corso del suo regno degli intrighi di corte. Una donna e una monarca che ha attraversato la storia, grazie anche a libri, rappresentazioni teatrali e film.

In occasione dei 260 anni dalla sua nascita, abbiamo deciso di partire per un viaggio nel Paese del Re Sole, proponendovi 10 romanzi storici che raccontano periodi differenti, personaggi e vicende indimenticabili.

 

Dal bellissimo Palazzo di Schonbrünn alla sfarzosa Reggia di Versailles, Maria Antonietta entra nella storia europea divenendo regina di Francia. Mentre lo straordinario palazzo francese abbaglia i potenti di tutta Europa, dalle scelte architettoniche all’armonioso piacere dei suoi giardini e della musica che vi risuona, la corte francese vede il progressivo decadimento e il paese si prepara alla rivoluzione. Qui Maria Antonietta, regina tanto amata quanto odiata, si dedica ai piaceri di amanti e cibi raffinati, mentre il popolo muore di fame. Ma chi era davvero la regina? Sposa infelice e annoiata, traditrice o capro espiatorio dell’imminente rivoluzione? Questo libro scava nella quotidianità della spietata e affascinante regina raccontandone aneddoti e offrendone lettere e ritratti: dalla musica di corte ai rumori delle barricate parigine fino alla prigionia nella Conciergerie, la condanna alla ghigliottina e l’esecuzione nella piazza della Rivoluzione.

 

Quasimodo, il “gobbo di Notre-Dame”, ed Esmeralda, la bellissima zingara di cui tutti si innamorano, sono i personaggi del romanzo che hanno maggiormente suggestionato generazioni di lettori. A queste due figure, e in particolare al “gobbo”, si sono ispirati numerosi film di successo come anche il recente musical di Riccardo Cocciante. Ma nel popolarissimo romanzo di Victor Hugo – cronaca fantastica dell’“autunno del Medioevo” – a dominare la narrazione appassionante, più che i singoli personaggi, è la folla brulicante di Parigi, sono i mendicanti della Corte dei Miracoli, i preti, gli scudieri del re e soprattutto la misteriosa, labirintica macchina della cattedrale.

 

Dalle strade di Marsiglia alla corte svedese. Un romanzo che narra della straordinaria vita di Bernardine Eugénie Désirée Clary, ragazza di Marsiglia che infranse il cuore di Napoleone Bonaparte e, dopo aver sposato il maresciallo Jean-Baptiste Bernadotte, divenne regina di Svezia e Norvegia col nome di Desideria.

 

Athos, Porthos, Aramis, d’Artagnan, il Cardinale Richelieu, la perfida Milady, la dolce signora Bonacieux, Luigi XIII, Anna d’Austria, il duca di Buckingham, i moschettieri del re e le guardie del cardinale… Duelli, inseguimenti, amori, beffe, “Tutti per uno, uno per tutti”.

 

Carolly Erickson ritorna con l’appassionante racconto della vita della prima moglie di Napoleone. Scritt in prima persona, il romanzo segue la protagonista lungo l’intero arco della sua esistenza, tracciando il ritratto a tutto tondo di una figura tanto sfaccettata e della sua epoca.

 

1794. Parigi ha solo notti senza luna. Marat, Robespierre e Saint-Just sono morti, ma c’è chi giura di averli visti all’ospedale di Bicêtre. Un uomo in maschera si aggira sui tetti: è l’Ammazzaincredibili, eroe dei quartieri popolari, difensore della plebe rivoluzionaria, ieri temuta e oggi umiliata, schiacciata da un nuovo potere. Dicono che sia un italiano. Orde di uomini bizzarri riempiono le strade, scritte enigmatiche compaiono sui muri e una forza invisibile condiziona i destini, in città e nei remoti boschi dell’Alvernia. Qualcuno la chiama “fluido”, qualcun altro Volontà. Guarda, figliolo: un giorno tutta questa controrivoluzione sarà tua. Ma è meglio cominciare dall’inizio. Anzi: dal giorno in cui Luigi Capeto incontrò Madama Ghigliottina.

 

Parigi, 1784. Pochi anni prima della Rivoluzione. Camille è un giovane avvocato smaliziato e dalle idee stravaganti, un enfant terrible attorno al quale si affollano pettegolezzi di ogni genere; Georges-Jacques, anche lui avvocato, è un colosso dal viso sfregiato accanto al quale gli altri uomini appaiono piccoli, deboli, sottomessi; Maximilien è un giovane procuratore sempre dalla parte degli oppressi. Gli amici li chiamano per nome, ma nei tribunali sono conosciuti come Desmoulins, Danton e Robespierre. Nati in provincia da famiglie che li avrebbero voluti sistemati con un matrimonio combinato e una vita convenzionale, ma decisi a non accontentarsi, i tre sono riusciti a completare gli studi e arrivare a Parigi, dove proprio in quegli anni “tutte le persone giuste si stanno radunando”, dice Camille. Centro del mondo per eccellenza, infatti, la Parigi del 1784 è sì il luogo dove si decidono le sorti dell’intera Francia, ma anche una città in cui i poveri muoiono di fame e i cadaveri giacciono ammucchiati agli angoli di strada. Una città tesa fra l’austerità dell’ancien regime e l’idea di un mondo nuovo e più giusto come quello che i giovani discutono nei caffè e nei circoli. E in questo clima, mentre il malcontento inizia a fermentare in tumulti e improvvisi scoppi di violenza, saranno proprio Robespierre, Danton e Desmoulins a incarnare le speranze di un’intera generazione e a legare il loro destino di eroi tragici alla Rivoluzione.

 

Nel diciottesimo secolo visse in Francia un uomo, tra le figure più geniali e scellerate di quell’epoca non povera di geniali e scellerate figure. Si chiamava Jean-Baptiste Grenouille e se il suo nome, contrariamente al nome di altri mostri geniali quali de Sade, Saint-Just, Fouché, Bonaparte, oggi è caduto nell’oblio, non è certo perché Grenouille stesse indietro a questi più noti figli delle tenebre per spavalderia, disprezzo degli altri e immoralità, bensì perché il suo genio e unica ambizione rimase in un territorio che nella storia non lascia traccia: nel fugace regno degli odori.

 

I miserabili (Les Misérables) è un’opera monumentale pubblicata nel 1862, è uno dei romanzi cardine del XIX secolo, fra i più popolari e letti della sua epoca. Narra le vicende di vari personaggi nella Parigi post Restaurazione, in un arco di tempo di circa 20 anni (dal 1815 al 1833, con alcune digressioni alle vicende della Rivoluzione francese, delle Guerre napoleoniche, con particolare riguardo alla battaglia di Waterloo, e alle vicende politiche della Monarchia di Luglio). I suoi personaggi appartengono agli strati più bassi della società, i cosiddetti “miserabili”: persone cadute in miseria, ex forzati, prostitute, monelli di strada, studenti in povertà. È una storia di cadute e di risalite, di peccati e di redenzione. Hugo racconta i suoi personaggi a tutto tondo, rendendoli sublimi e arricchendo il racconto con digressioni di grande interesse storico, come ad esempio momenti della battaglia di Waterloo o considerazioni sulla Francia post-restaurazione. Arricchimenti che permettono al lettore di collocare meglio i personaggi nel loro specifico contesto storico-sociale.

 

Sono molte, a tutt’oggi, le riduzioni cinematografiche – la più bella e la più fedele quella del 1925 con Lon Chaney, la più recente quella diretta da Joel Schumacher, trasposizione del musical di Andrew Lloyd Webber – che hanno consacrato la popolarità di questa originalissima opera scritta da Leroux nel 1911. La storia dell’amore di Erik – costretto a nascondere le sue orrende fattezze dietro una maschera – per Christine, la giovane soprano tanto graziosa quanto inesperta, si svolge tutta nell’ambiente del teatro dell’Opera, che diviene alter ego del Fantasma, luogo che crea l’azione. Campione di tutti gli eccessi, “mostro” al pari di Frankenstein e del Conte Dracula, la educherà, s’impossesserà di lei, riuscirà a far sgorgare dal petto della sua schiava d’amore una voce sublime… Una macchina narrativa sapientissima consente a Leroux di tenere in perfetto equilibrio commedia, avventura, poliziesco e grandguignol; così che alla fine della lettura ci accorgiamo di essere stati catturati da una storia tanto carica di suggestioni quanto lineare ed emblematica.

 

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