“Dentro l’acqua”: 4 motivi per cui è meglio de “La ragazza del treno”

Dalla costruzione multiforme - con 10 narratori - al paranormale: perché Paula Hawkins si è superata, con il secondo romanzo

di Valentina Biondini

 

A poco più di un mese dalla sua uscita in libreria, “Dentro l’acqua” di Paula Hawkins è già balzato in testa alle classifiche di vendita.

La nuova fatica letteraria della scrittrice che con “La ragazza del treno” si è fatta conoscere dal pubblico di tutto il mondo – circa 18 milioni le copie vendute – sembra promettere meraviglie. E c’è già chi afferma che il nuovo romanzo sia anche migliore del precedente

Protagonista Julia Abbott, costretta a tornare nella cittadina di Beckford, nel nord dell’Inghilterra, in seguito alla morte della sorella Nel. La donna sembra essersi uccisa gettandosi nel fiume, come tante altre hanno fatto prima di lei. Ma è davvero così? O c’è una verità più terribile, nascosta nell’acqua e nei silenzi di una comunità reticente a raccontarsi?

Se non avete ancora letto il libro e avete bisogno di qualche stimolo in più, riprendendo un pezzo di Bustle, ecco 4 motivi per cui “Dentro l’acqua” è meglio de “La ragazza del treno”.

1. LA TECNICA NARRATIVA MULTIPLA È AVVINCENTE

Dimenticatevi una sola voce narrante, magari inattendibile, voce perché qui ce ne sono ben dieci. Paula Hawkins spazia dalla prospettiva della Julia del presente e del passato a quella di due detective, dai racconti degli abitanti di Beckford in 3° persona alle pagine del manoscritto incompiuto di Nel. E altro ancora. Il libro è una sorta di puzzle, che dovete comporre un po’ alla volta, pagina dopo pagina Il solo problema? Che non tutti i pezzi vanno al loro posto… ma che vi piaccia oppure no negare che dietro “Dentro l’acqua” c’è un progetto ambizioso è difficile.

2. CI SONO PIÙ SEGRETI – E SEGRETI PIÙ INTRIGANTI

Senza scendere troppo nel dettaglio, per evitare spoiler, possiamo dirvi questo: vi capiterà più volte di pensare di aver scoperto la verità per accorgervi poi che avete soltanto iniziato a grattare la superficie. In una città di finzione come la Beckford della Hawkins, infatti, tutti hanno dei segreti e più a fondo andrete per cercare di svelarli, più correrete il rischio di perdervi. Un romanzo avvincente, che vi porterà a mettere in dubbio tutto quello che pensate di sapere sul genere thriller.

3. UN TOCCO DI PARANORMALE CHE NON GUASTA

Se già “La ragazza del treno” aveva tutti gli elementi per essere avvincente, “Dentro l’acqua” aggiunge la fantomatica ciliegina sulla torta: un tocco di paranormale. Tra una sorella in lutto che crede di sentire le voci, una donna anziana che parla coi morti e altri svariati episodi mistici, queste deviazioni dal thriller classico, invece di distrarre, rendono la storia più ricca e le danno un tocco in più.

4. SI SVILUPPA IL TEMA DELLA VIOLENZA DI GENERE

Se nel suo esordio Paula Hawkins non si era tirata indietro davanti al tema della violenza sulle donne, qui fa un passo avanti, mostrando non solo le azioni degli uomini, ma anche il ruolo che giocano le altre donne. Dai processi alle streghe che portarono le prime donne scomode a sprofondare nello Stagno delle annegate alla moglie assassina che vi entrò di sua volontà fino alla brillante fotografa contemporanea saltata apparentemente senza alcun motivo, la Hawkins usa Beckford e la sua comunità per osservare al microscopio temi quali misoginia, abusi e violenza di genere. La parte migliore? Che nel farlo crea un thriller coi fiocchi, dove non è solo l’assassino a finire sotto processo, ma anche i costumi e le strutture della nostra società. Il giudice insindacabile? Il lettore, ovviamente.

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