“Deserto particular”: una storia d’amore nel Brasile che giudica

Aly Muritiba dirige un film amaro e mai noioso, dalla bella fotografia e colonna sonora

Un film di Aly Muritiba. Con Antonio Saboia, Pedro Fasanaro. Drammatico, 120′. Brasile, Portogallo 2021

Daniel, un agente di polizia quarantenne, è stato sospeso. È sotto inchiesta con l’accusa di aver commesso atti violenti. Quando Sara, la persona con la quale ha una relazione virtuale, smette di rispondere ai suoi messaggi, si dirige verso nord, intraprendendo un viaggio apparentemente insensato. Mostra la foto di Sara, ma nessuno sembra riconoscerla. Finché non spunta un tizio che a determinate condizioni potrebbe farli incontrare

 

Il film “Deserto particular” di Aly Muritiba, fresco vincitore del Premio del pubblico alle Giornate degli autori, è uno di quelli che meritano attenzione – forse più di quella che riceverà in un Paese come il nostro, dove al cinema viene dato ampio spazio ai blockbuster, meno alle produzioni di nicchia.

Daniel è un uomo violento e solitario; Sara un ragazzo che vuole cambiare sesso. I due si conoscono e si innamorano, nel Brasile odierno, dominato dal maschilismo, attraverso lo schermo di un telefono; si raccontano i propri sogni e le proprie vite, ma nessuno dei due sa davvero chi è l’altro finché non si incontrano faccia a faccia. 

Interessante il montaggio, con i titoli di testa che arrivano dopo circa una mezz’ora, quasi a voler indicare che tutto ciò che è accaduto fino a quel momento non è che un preambolo. Ben utilizzata la colonna sonora, che diventa un plus per questo film che ha dalla sua non solo una buona fotografia ma anche delle inquadrature visivamente molto belle.

In “Deserto particular” il regista non prende mai posizione sulla storia che racconta, si limita a raccontarla, appunto, lasciandoci il compito o la necessità, dipende dai punti di vista, di riflettere e farci un’opinione su questo amore puro, logorato dalla società circostante e dalle convenzioni.

Il racconto è dettagliato ma mai noioso, in un crescendo di emozioni. Antonio Saboia e Pedro Fasanaro sono capaci di trasmettere le contrastanti emozioni e stati d’animo attraversate dai loro personaggi. Il finale, amaro e commovente, non rende giustizia al sentimento, forse, ma rispecchia perfettamente il mondo in cui – purtroppo – viviamo.

Previous article“Zalava”: un film atipico e originale, ambientato negll’Iran del 1978
Next articleGiornate degli autori 2021: il rumeno “Imaculat” è il miglior film
Concetta Piro
Nata a Napoli, a otto anni si trasferisce in provincia di Gorizia dove si diletta di teatro. Torna nella sua amata città agli inizi del nuovo millennio e qui si diploma in informatica e comincia a scrivere - pensieri, racconti, per poi arrivare al primo romanzo, "Anime". Nel frattempo ha cambiato di nuovo città e scenario, trasferendosi nelle Marche. Oggi conduce per RadioSelfie.it "Lo chiamavano cinema", un approfondimento settimanale sulla settima arte, e scrive articoli sullo stesso tema.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here