“Divine – La fidanzata dell’altro”: quando Matilda De Angelis non basta

Il film del tedesco Jan Schomburg è deludente sotto ogni aspetto, noioso e ripetitivo

Un film di Jan Schomburg. Con Matilda De Angelis, Callum Turner, Paolo Bonacelli, Ronke Adekoluejo, Tommaso Ragno. Drammatico, 91′. Germania, Italia 2020

Nella Roma piena di luci e colori della primavera, in attesa che dalla Cappella Sistina esca il nome del nuovo Pontefice, si intrecciano le vicende e le vite di Gregory, giornalista di punta di un importante rete televisiva americana, e Maria, giovane e bellissima romana che sta per prendere i voti e diventare suora.

 

Diamo subito pane al pane, e vino al vino: ho davvero avuto bisogno di un aiuto da parte dell’Altissimo, per scrivere la recensione del film “Divine – La fidanzata dell’altro” di Jan Schomburg!

Non me ne voglia il – buon? – regista tedesco, ma se il suo film è uscito dall’oblio “cinematografico”, arrivando in streaming su CHILI, dipende esclusivamente del successo, esponenziale quanto meritato, di Matilda De Angelis.

Ma nonostante la presenza dell’attrice bolognese, “Divine” è un progetto artistico davvero modesto sul piano registico e interpretativo, e piuttosto desolante e irritante su quello narrativo. Il film è una summa imbarazzante di luoghi comuni e cliché su Roma e sull’Italia, con l’aggiunta di un ritratto caricaturale ma spuntato della religione cattolica.

Quella che nelle intenzioni sarebbe dovuta essere una commedia romantica, magari dal taglio politicamente scorretto e dallo spirito corrosivo, si rivela un mezzo obbrobrio. Stupisce, se mai, che questa operazione fallimentare sia opera di un regista europeo, perché solitamente idee così bislacche vengono agli americani… 

Schomburg voleva firmare una versione moderna del cult “Dogma” di Kevin Smith (1999), ma è rimasto prigioniero di una sceneggiatura sconclusionato, autoreferenziale, senza una chiara identità narrativa.

La coppia formata da Matilda De Angelis e Callum Turner non buca lo schermo né cattura l’attenzione di chi guarda, appare fredda, priva di pathos, inadatta a raccontare questa storia d’amore invisa “ai piani alti. I due belli e volenterosi interpreti, poi, sono poco credibili anche individualmente.

“Divine – La fidanzata dell’altro” non diverte, non emoziona, non commuove. Il pubblico si ritrova irritato e confuso per una storia nel complesso noiosa e ripetitiva. Un’occasione sprecata, insomma. Un film deludente di cui avremmo fatto volentieri a meno, anche come penitenza da scontare.

 

Il biglietto d’acquistare per “Divine – La fidanzata dell’altro” è:
Neanche regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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