“Drowning”: il dramma di una madre nel film di e con Melora Walters

Una pellicola con un buono spunto di partenza ma uno sviluppo lento e poco convincente

Un film di Melora Walters. Con Melora Walters, Gil Bellows, Mira Sorvino, Jay Mohr, Steven Swadling, Sergio Rizzuto. Drammatico, 82′. USA 2019

Una madre è spettatrice inerme della scelta del figlio di arruolarsi nell’esercito per andare a combattere in Iraq. Incapace di rassegnarsi a questa sua decisione, crea il vuoto intorno a se, con il rischio di annegare nella sua malata ossessione. E la situazione peggiora quando il ragazzo viene inviato di stanza a Mosul per la battaglia decisiva.

 

L‘idea alla base di “Drowning” di Melora Walters – regista e protagonista della pellicola – è valida: raccontare sensazioni e paure di chi resta indietro e vede una persona cara partire per andare in guerra, rischiando la vita. Il problema è il modo con cui la regista decide di mostrarci questo tema.

Nonostante l’introduzione di elementi allusivi, come il corso di nuoto che la protagonista decide di seguire per, appunto, non annegare nel suo dolore (con chiaro riferimento al titolo), il racconto non decolla mai davvero.

La Walters non convince particolarmente nel ruolo della protagonista Rose, mentre almeno si salva dal grigiore Mira Sorvino, che interpretando la miglior amica della donna, Mary, riesce ad essere delicata e piacevole da guardare.

Guardando “Drowning” è difficile evitare una certa sensazione di spaesamento, come se non avessimo a disposizione tutti gli elementi per capire davvero quello che abbiamo davanti. Lento e difficile da seguire, è sicuramente uno dei film meno riusciti della Festa del cinema di Roma 2019.

 

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Concetta Piro
Nata a Napoli, a otto anni si trasferisce in provincia di Gorizia dove si diletta di teatro. Torna nella sua amata città agli inizi del nuovo millennio e qui si diploma in informatica e comincia a scrivere - pensieri, racconti, per poi arrivare al primo romanzo, "Anime". Nel frattempo ha cambiato di nuovo città e scenario, trasferendosi nelle Marche. Oggi conduce per RadioSelfie.it "Lo chiamavano cinema", un approfondimento settimanale sulla settima arte, e scrive articoli sullo stesso tema.

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