“Easy Living – La vita facile”: un film che parla di migranti senza retorica

L'opera prima dei fratelli italo-giapponesi Peter e Orso Miyakawa è delicata e sincera, riuscita

Un film di Orso Miyakawa, Peter Miyakawa. Con Manoel Hudec, Alberto Boubakar Malanchino, James Miyakawa, Camilla Semino Favro. Commedia, 93′. Italia 2019

Ventimiglia. Don è un maestro di tennis americano che seduce signore over cinquanta e ha una passione per la pittura; Camilla una contrabbandiera di medicinali e alcolici e Brando suo fratello quattordicenne. I tre finiranno con l’entrare in azione insieme per aiutare Elvis, un migrante clandestino, a passare in Francia per ricongiungersi con la moglie incinta.

 

Opera prima dei fratelli italo-giapponesi Peter e Orso Miyakawa, ben accolta al Torino Film Festival 2019, “Easy Living – La vita facile” è una commedia molto interessante che, con leggerezza e senza retorica, affronta argomenti attuali come l’immigrazione clandestina.

Un quattordicenne, un’universitaria che contrabbanda medicine e sigarette e un maestro di tennis di origini americane che vorrebbe fare il pittore sono gli improbabili eroi della pellicola. Tre individui con vite, background e problemi diversi si ritrovano uniti da un obbiettivo comune: aiutare Elvis, un migrante, a passare clandestinamente in Francia, dove lo attende la moglie.

Con una patina da commedia anni ’80 che comunque non disturba, “Easy Living” è un’opera delicata e sincera che parla di chi siamo e di chi vorremmo essere, tutta giocata sul filo sottile dell’ironia e con un tocco di speranza e umanità.

Grande protagonista la città di Ventimiglia, che ci viene descritta come una sorta di non-luogo sospeso nel tempo, e fotografata con toni vintage, che contribuiscono all’atmosfera tesa della storia.

Con lo sguardo purissimo di Brando (Miyakawa), lente un po’ ingenua, spontanea e innocente attraverso la quale viene filtrata la trama, “Easy Living – La vita facile” riesce a spaziare da un argomento all’altro con naturalezza e senza mai cadere nel banale, grazie a personaggi veri, che riflettono i pregi e i difetti della nostra società.

 

Previous article“Guida romantica a posti perduti”: un viaggio catartico per due anime sole
Next article“L’allieva”: al via la terza e ultima stagione della serie commedy-gialla
Federica Rizzo
Campana doc, si laurea in scienze delle comunicazioni all'Università degli studi di Salerno. Internauta curiosa e disperata, appassionata di cinema e serie tv, pallavolista in pensione, si augura sempre di fare con passione ciò che ama e di amare fortemente ciò che fa.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here