Elena Ferrante: Santagata risolve il mistero dell’identità della scrittrice?

Una presenza invisibile, tutti sanno che esiste ma nessuno sa chi è. Un successo letterario dietro l’altro, un mistero che rimane irrisolto dagli anni ’90. Potrebbe sembrare la trama di un romanzo poliziesco, e invece vi stiamo riassumendo a grandi linee l’enigma che si nasconde dietro Elena Ferrante, autrice della quadrilogia di successo “L’amica geniale” e fresca candidata al Man booker international prize.

Passano gli anni, ma in tanti continuano a chiederselo – con buona pace del desiderio dell’autrice di difendere la propria privacy: chi è davvero Elena Ferrante?

Un nome era stato fatto, qualche tempo fa. Si tratta di Marcella Marmo, professoressa ordinaria di storia contemporanea alla Federico II di Napoli. “Io la misteriosa Elena Ferrante? Chiunque mi conosce riderà davanti a questa ipotesi. Non sono una scrittrice, sono una docente”, si legge in un’intervista pubblicata su Repubblica qualche settimane fa.

L’ennesimo buco nell’acqua, insomma, ma le chiacchiere non si placano, soprattutto dopo l’inchiesta pubblicata sull’inserto la Lettura del Corriere della Sera e firmata da Marco Santagata, che ha abbandonato per una volta i panni di scrittore per indossare quelli del detective, .

Per scoprire la vera identità dell’autrice misteriosa, Santagata ha condotto una lettura molto accurata di tutti i suoi libri, analizzando ogni spunto al fine di creare un identikit il più accurato possibile della scrittrice. Ed ecco cosa è emerso.

STUDENTESSA A PISA

Secondo Santagata non ci sarebbero dubbi: Elena Ferrante è stata una Normalista, ovvero una studentessa dell’università Normale di Pisa (dove tra l’altro lo stesso Marco Santagata è docente). Tanti gli elementi a supporto della tesi. Tra questi, la presenza in uno dei romanzi dell’Amica geniale di un bar di via Frediano, realmente esistito tra la fine degli anni ’60 e gli inizi degli anni ’70. “Molti studenti venivano in questo bar dopo le lezioni per bere un caffè, oggi però non esiste più”. Si presume quindi che la Ferrante abbia frequentato davvero il luogo, per conoscere un dettaglio come questo. C’è poi un lapsus nei libri che ha insospettito il detective d’eccezione: “L’autrice, ad un certo punto, cita via XXIV maggio per raccontare i luoghi più frequentati dagli studenti universitari pisani, ma questa via si trova nella periferia di Pisa. Forse l’autrice voleva riferirsi a via XXIX maggio e la memoria l’ha ingannata. Se avesse fatto ricerca si sarebbe subito resa conto dell’errore”.

L’ETÀ

Sempre pensando all’esperienza universitaria pisana, Santagata azzarda anche delle ipotesi sull’età dell’autrice. Nei libri ci sono elementi che “solo un Normalista può conoscere”, come ad esempio il collegio femminile Il Timpano e la sua festa di Natale. “È un’usanza che è andata persa dalla fine degli anni ’60, una festa che viene descritta molto bene dalla Ferrante. Ma solo chi l’ha vissuta può avere dei ricordi di un avvenimento abbastanza esclusivo come questo”. Quindi, se negli anni ’60 la Ferrante era una studentessa universitaria, azzardare un anno di nascita non è così complicato.

L’AMORE CON ADRIANO SOFRI?

“Nel 1963 Adriano Sofri – racconta Santagata nella video-inchiesta pubblicata su la Lettura – era stato cacciato dalla Normale perché aveva ospitato nella sua stanza una studentessa, cosa assolutamente vietata in quegli anni perché donne e uomini dovevano rimanere rigorosamente separati”. Episodio a cui si rifarebbe un passaggio di romanzi della Ferrante, dove l’autrice racconta della fuga di notte di Elena Greco, la protagonista del libro, per andare a dormire nella stanza di Franco, il suo fidanzato.

LE OMISSIONI

Se il lavoro di ricostruzione di Santagata trova nei libri dell’Amica geniale una serie di conferme, non si possono non citare i punti problematici. Elena Greco si laurea nella sessione autunnale del ’67. A febbraio dello stesso anno si era tenuta l’occupazione della Sapienza di Roma. “Elena Ferrante è sempre molto attenta al contesto storico, possibile che non faccia cenno a questo avvenimento?”. Il 4 novembre del ’66, invece, sulla Toscana si abbatté un’alluvione disastrosa, ma anche di questo nei libri non c’è traccia. Questi elementi potrebbero portarci a credere che i ricordi che di Pisa ha la scrittrice siano precedenti alla metà degli anni ’60.

 

Tirando le somme, secondo Marco Santagata la misteriosa Elena Ferrante sarebbe una napoletana doc “perché conosce molto bene la città campana”, una ex studentessa della Normale di Pisa che sarebbe vissuta in Toscana prima del 1965/1966, una grande appassionata di storia contemporanea.

Ma, speculazioni a parte, pensate che sia davvero tanto importante scoprire la vera identità dell’autrice?





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