I FANTASTICI 4 | Il gioco del calcio al cinema

Per la gioia di molte mogli e la tristezza di altrettanti mariti, questo che sta per arrivare è l’ultimo weekend di campionato. Il mondo del pallone sta per andare in ferie fino ad agosto… come dite? Ci sono gli Europei in Francia quest’anno?

Se gli altri sport faticano ancora ad attirare l’attenzione del pubblico e, di conseguenza, dei media, il calcio con tutti i suoi annessi e connessi è ancora il gioco più amato dagli italiani.

Nel nostro appuntamento settimanale con “I Fantastici 4” abbiamo pensato di parlare proprio di questo: cinema e pallone. Durante la mia ricerca ho notato che, contrariamente a quanto si possa immaginare, non sono poi così tanti i film che parlano solo di calcio. Per questo ho deciso di mettere insieme pellicole che fanno riferimento a questo sport anche in modo collaterale, e quello che è venuto fuori è un quartetto davvero interessante.

 

Fuga per la vittoria di John Huston (1981)

Sylvester Stallone, Fuga per la vittoria
Sylvester Stallone in una scena di “Fuga per la vittoria” (1981)

Alcuni prigionieri di guerra, reclusi in un campo di concentramento nazista, propongono di disputare un incontro di calcio propagandistico fra una squadra tedesca e una composta dai prigionieri alleati. La partita, però, è solo l’occasione per organizzare la fuga, con l’aiuto dei partigiani francesi. Grazie alla regia sapiente di John Huston e al buon cast, “Fuga per la vittoria” risulta emozionante e tutto sommato riuscito, ma conferma anche che il calcio in sé non è uno sport molto adatto al grande schermo.

 

L’allenatore nel pallone di Sergio Martino (1984)

Lino Banfi, L'allenatore nel pallone
Lino Banfi è Oronzo Canà, l’allenatore nel pallone (1984)

Un vero e proprio cult. Senz’altro uno dei migliori prodotti della vasta filmografia di serie B degli anni ‘80, che ha dalla sua una trama lineare e ben sviluppata ma anche la bravura e simpatia di un coinvolgente Lino Banfi. Tra cronisti, giocatori e allenatori leggendari, il film piace per il ritmo che riesce a mantenere per tutti i 96’.

 

L’uomo in più di Paolo Sorrentino (2001)

L'uomo in più, Paolo Sorrentino, Andrea Renzi
Andrea Renzi in una scena dell’Uomo in più di Sorrentino (2001)

Esistenze parallele che si incontrano in un turbine di fama, successo, aspirazioni. Due uomini molti diversi l’uno dall’altro, un calciatore e un cantante, hanno in comune molte cose, tra cui il nome, ma non quello che conta. Uno è strafottente, menefreghista fino al midollo, si mantiene grazie alla musica ma è pronto a tradirla, per correre dietro a un’illusione di grandezza. L’altro è sensibile e altruista, vittima di un sistema di cui anche il suo omonimo, inconsciamente(?), fa parte. Per questo, in fondo in fondo, cerca di rimediare ai torti subiti eliminando il cap(r)o espiatorio. Toni Servillo, espressivo quanto a volte eccessivo, piacevole ma non eccellente. A tratti (quasi) più coinvolgente Andrea Renzi, che possiede quello sguardo malinconico perenne. Un’opera prima valida, che getta le basi per il buon cinema del Sorrentino che verrà.

 

IL MIO AMICO ERIC

Una sera mentre Eric – postino di mezz’età che vive e lavora a Manchester e sta attraversando un momento difficile della propria vita – si trova nella sua stanza, impegnato ad autocommiserarsi, gli si materializza davanti Eric Cantona, il suo idolo sportivo. Sarò proprio il giocatore del Manchester United, con la sua filosofia di vita, ad aiutarlo ad affrontare i fantasmi del passato. Cantona con la sua “filosofia” lo aiuterà ad affrontare i fantasmi del suo passato.

 

I CONSIGLI DELLA REDAZIONE

Abbiamo stabilito “Fantastici 4”, e fantastici 4 saranno. Ma alla fine di ogni appuntamento con la nostra rubrica di consigli cinematografici a tema ci riserviamo lo spazio per suggerirvi qualche altro film che pensiamo sia adatto, sempre se esiste.

Parlando di calcio e cinema, vi segnaliamo altre tre pellicole, due “datate”, una di prossima uscita: “Best” di Mary McGuckian (1999), film sul campione britannico degli anni ’60/’70, tutto genio e sregolatezza; “Sognando Beckham” di Gurinder Chadha (2002), con una giovanissima Keira Knightley, che affronta il tema del soccer femminile; e per finire “Pelé” di Michael e Jeff Zimbalist (2016), che uscirà nelle sale il 26 maggio e racconta l’incredibile storia vera del leggendario giocatore di calcio brasiliano che, da semplice ragazzo di strada, raggiunse la gloria, appena 17enne, trascinando la nazionale verdeoro alla vittoria del suo primo Mondiale nel 1958 e diventando poi il più grande calciatore di tutti i tempi.

 

Previous articleBuon compleanno Longanesi! Un’antologia di aforismi per i 70 anni
Next article“La pazza gioia”: il bello di NON essere normali
Concetta Piro
Nata a Napoli, a otto anni si trasferisce in provincia di Gorizia dove si diletta di teatro. Torna nella sua amata città agli inizi del nuovo millennio e qui si diploma in informatica e comincia a scrivere - pensieri, racconti, per poi arrivare al primo romanzo, "Anime". Nel frattempo ha cambiato di nuovo città e scenario, trasferendosi nelle Marche. Oggi conduce per RadioSelfie.it "Lo chiamavano cinema", un approfondimento settimanale sulla settima arte, e scrive articoli sullo stesso tema.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here