“Farewell Amor”: una famiglia si ritrova dopo 17 anni di separazione

Un film ben diretto e ben interpretato, che parla di immigrazione da una prospettiva particolare

Un film di Ekwa Msangi. Con Sanjit De Silva, Majah Hype, Zainab Jah, Jayme Lawson,  Brandon Lamar. Drammatico, 101′. USA 2020

Dopo 17 anni di separazione forzata, l’immigrato angolano Walter viene raggiunto negli Stati Uniti dalla moglie e dalla figlia adolescente. Dovranno condividere, come completi sconosciuti, un appartamento con una sola camera da letto e scoprire passioni comuni che li aiutino a colmare le distanze.

 

Presentato con successo a inizio anno al Sundance e adesso al London Film Festival, “Farewell Amor” di Ekwa Msangi mostra il fenomeno dell’immigrazione, così attuale oggi, da una prospettiva diversa e commovente.

Capita che chi è costretto per necessità o disperazione a lasciare il proprio Paese lasci dietro di sé i propri cari, con la speranza di poterli riabbracciare un giorno in condizioni migliori. Ma la separazione forzata può mettere a dura prova una famiglia, specie se è durata la bellezza di 17 anni.

Sono queste le premesse del film di Ekwa Msangi, che racconta con semplicità e sensibilità i diversi passaggi emotivi attraversati dai protagonisti – Walter, la moglie Esther e la figlia Sylvia – quando si rivedono. I tre vivono in modo molto diverso il ricongiungimento: il primo è spaesato, la seconda anche troppo ottimista, la terza arrabbiata. Quel che è certo è che in 17 anni sono successe molte cose.

Tre anime sospese, tre punti di vista, tre status emozionali che Msangi rende evidenti, costruendo tre mini-atti. Nel primo scopriamo cosa abbia fatto Walter in questi anni, lavorativamente ma anche a livello sentimentale. Nel secondo comprendiamo la solitudine di Sylvia, una giovane donna che cerca il suo posto nel mondo, cresciuta senza padre. Nel terzo vediamo Esther, trasformatasi in una fervente cattolica. Il ballo sarà lo strumento per rompere la bolla in cui i tre protagonisti sono imprigionati.

Quello di “Farewell Amor”, che letteralmente significa addio amore, è un racconto denso, sofferto, toccante, che viene diretto con mano leggera ma ferma dalla Msangi e interpretato al meglio da un cast credibile e valente.

Una storia di rottura, lacerazione e ricostruzione che può farci riflettere sulla natura profonda dell’immigrazione: non soltanto una questione politica ma umana.

 

Il biglietto da acquisto per “Farewell Amor” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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