“Fast & Furious – Hobbs & Shaw”: uno spin-off nel segno dell’eccesso

Azione, adrenalina ma anche una maggiore verve comica per il nuovo capitolo del franchise

Un film di David Leitch. Con Dwayne Johnson, Jason Statham, Idris Elba, Vanessa Kirby,  Helen Mirren, Zuyang Sun. Azione, 134′. USA, Gran Bretagna 2019

Un’agente dell’MI6, per impedire il furto di un micidiale virus che potrebbe decimare l’intera razza umana, si inietta le capsule della malattia e si dà alla fuga, seminando il micidiale superuomo Brixton. La CIA, per impedire che il virus venga diffuso, si affida agli irruenti ma efficaci Luke Hobbs e Deckard Shaw. I due si detestano, ma il primo non è uno che lascia un caso a metà, soprattutto se ne va del destino del mondo, mentre il secondo è coinvolto negli affetti, visto che l’agente MI6 in fuga è Hattie Shaw, sua sorella minore, inoltre con Brixton ha un conto in sospeso. Luke, Deckard e Hattie stringeranno così una traballante alleanza per sgominare i piani dell’organizzazione Eteon.

 

Primo spin-off del celebre franchise adrenalinicio, “Fast & Furious – Hobbs & Shaw” riunisce i celeberrimi rivali Luke Hobbs (Johnson) e Deckard Shaw (Statham), questa volta costretti a fare squadra per scongiurare la minaccia di un virus potenzialmente catastrofico.

Lavorando su una sceneggiatura di Chris Morgan e Drew Pearce, il regista David Leitch non perde tempo nei preamboli e apre il suo film con un paio di scene d’azione dove si mettono subito in luce i punti di forza dei due protagonisti, simili eppure lontanissimi. A fare loro da contraltare, è il supervillain Brixton, umano ciberneticamente potenziato interpretato da Idris Elba.

“Hobbs & Shaw” è una pellicola eccessiva, che non conosce mezze misure – e difficilmente il pubblico in sala avrebbe potuto aspettarsi qualcosa di diverso. Il franchise torna alle origini ma è capace anche di reinventarsi, con una maggiore verve comica e scene d’azione sempre più spericolate.

Due ore di sano intrattenimento, insomma, che contengono però anche qualche chicca, come la Madam M di Eiza Gonzalez, il cameo di Helen Mirren e Vanessa Kirby, meno femme fatale di quanto l’avevamo vista in “Mission: Impossible – Fallout” e più donna d’azione.

Un film che getta le basi per possibili sviluppi futuri, che si concentra quanto basta sui personaggi – sui loro rapporti reciproci, sui loro obiettivi e aspirazioni – senza però dimenticare la componente adrenalinica che ha fatto la fortuna del franchise.

 

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