Festival del cinema di Cannes | Animazione | Bilal

Un film di Kaufman H.Alavi e Ayman Jamal. Con Adewale Akinnuoye-Agbaje, Jacob Latimore, Ian McShane, China Anne McClain. Animazione, 105′. 2015

In uscita nelle sale di tutto il mondo in autunno

Bilal, locandina

Se oggi pensiamo all’Islam è quasi impossibile – a torto o a ragione – non avere in mente le terribili azioni terroristiche messe in atto dallo Stato Islamico (Is). Ancora una volta la religione, purtroppo, è diventata la scusa più usata e abusata per giustificare uccisioni e guerra.

Ma che cosa sappiamo davvero della religione islamica? Come e quando è nata e si è diffusa, ad esempio? E gli arabi hanno sempre venerato Allah quale unico Dio?

Il film di animazione di Kaufman H.Alavi e Ayman Jamal “Bilal”, che uscirà nelle sale di tutto il mondo in autunno, riesce da un lato a raccontare l’origine dell’Islam moderno, dall’altro a trasmettere e far conoscere i principi di questa religione.

Bilal è un ragazzo africano che sogna di diventare un grande guerriero, per liberare il suo popolo dalla schiavitù inflitta dagli arabi, pagani. Il giovane e la sua famiglia sono infatti costretti a servire un avido mercante.

Bilal è coraggioso e non esita a sfidare il capriccioso figlio del padrone, quando questo osa insidiare la sua sorellina. La madre, invece, invita il ragazzo a contenere la propria irruenza e a crescere come un uomo di sani principi piuttosto che come un combattente senza principi. Ciò che conta davvero, infatti, è essere libero sì dalle catene, ma soprattutto dalla rabbia e dalla paura.

Bilal, personaggi

“Bilal” è un film d’animazione atipico rispetto a quelli che siamo abituati a vedere. Non tanto per la grafica e la regia – che sono sicuramente apprezzabili – quanto per la sceneggiatura ricca di spunti e riflessioni filosofiche e religiose.

Lo spettatore è conquistato dai complessi e intensi dialoghi tra i personaggi sul tema della fede, della libertà, dell’autodeterminazione – anche se talvolta i concetti espressi non sono proprio di facile comprensione.

Bilal è uno dei punti di riferimento per gli islamici: l’uomo che sfida l’oppressione e la schiavitù, rivendicando il diritto di professare la propria fede in un unico Dio.

Lo spettatore, grazie a questo film, può conoscere meglio l’Islam e capire la filosofia di vita di chi ha scelto di abbracciarlo.

Il film segue due filoni narrativi chiari, quello religioso e quello legato all’action. Paradossalmente, il primo è più interessante e coinvolgente del secondo, anche se il ritmo e il pathos narrativo della pellicola restano comunque sempre costanti e incalzanti.

Il personaggio di Bilal conquista per il suo coraggio, per la forza e l’onestà di spirito. Mai come in questo momento, dove “guerra di religione” non è più soltanto un’espressione da leggere sui vecchi libri di storia, è importante ricordare quali sono i veri cardini dell’Islam. Libertà e pace.

 

Il biglietto da acquistare per “Bilal” è: 1)Nemmeno regalato; 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto; 5)Sempre





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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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