Festival del cinema di Cannes | In concorso | Julieta

Un film di Pedro Almodóvar. Con Emma Suarèz, Adriana Ugarte, Rossy De Palma, Inma Cuesta, Darío Grandinetti. Drammatico, 99′. 2016.

Uscita in Italia: 26 maggio 2016

Julieta, locandina

La prima vera delusione del Festival di Cannes arriva, per il vostro inviato, con il film in concorso diretto da Pedro Almodóvar, “Julieta“. I commenti negativi della stampa spagnola erano già arrivati alle mie orecchie, provocandomi una certa ansia e preoccupazione. Essendo però un estimatore di Almodóvar ho deciso di confidare nel suo talento e dargli una chance, senza pregiudizi. Ebbene Julieta, purtroppo, può essere definito il punto più basso della lunga e creativa carriera del regista spagnolo.

Preparatevi a vedere un brutto film tv, uno di quelli che generalmente la Rai propina al pubblico la domenica sera.

Almodóvar è famoso per la bravura e sensibilità nel raccontare il mondo femminile con tutte le sue sfumature, cogliendone sempre appieno lo spirito. Purtroppo, questa volta, qualcosa è andato storto.

Lo spettatore conosce Julieta (Suarez), una bella donna di mezz’età che è sul punto di lasciare Madrid per trasferirsi in Portogallo con il fidanzato Lorenzo (Grandinetti) quando incontra casualmente, per strada, una vecchia amica della figlia Antía, che le parla della ragazza. Julieta, da oltre 10 anni lontana dalla figlia, prende quell’incontro come un segno e decide di non partire più e tornare nel suo vecchio appartamento.

Julieta, Emma Suarèz

Usando l’escamotage di una lettera – che Julieta scrive alla figlia – veniamo a conoscenza del passato della protagonista. Nei flashback la vediamo giovane (Ugarte), una brillante professoressa di Letteratura classica. Scopriamo anche come si sono conosciuti lei e Xoan, il padre di Antía, e come la loro fosse una storia d’amore bella e appassionante, finché un tragico evento non sconvolge le vite di tutti i personaggi.

Anita incolpa la madre di ciò che è successo e, dopo esserle stata comunque vicina durante una brutta depressione, decide di prendere le distanze e farsi una propria vita. Lo spettatore percepisce così il dolore di una madre rifiutata e allontanata dalla figlia, figlia che da quel momento considera come morta.

Nonostante il tema fortemente emotivo, il film manca di nerbo e incisività narrativa, scorre via in maniera banale, senza lasciare nulla allo spettatore.

Persino la regia di Almodóvar è opaca e priva di quel brio creativo tipico del regista spagnolo. Il cast è dignitoso, ma manca di particolari acuti artistici.

Il finale è consolatorio per Julieta, ma nello spettatore resta la sensazione di aver visto un film della domenica e non una pellicola diretta da Pedreo Almodóvar, in concorso per la Palma d’oro a Cannes.

 

Il biglietto da acquistare per “Julieta” è: 1)Nemmeno regalato; 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto; 5)Sempre.





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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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