“Fratelli nemici – Close enemies”: un film notturno, che unisce noir e thriller

David Oelhoffen dirige una pellicola coinvolgente che non si dimostra però particolarmente innovativa

Un film di David Oelhoffen. Con Matthias Schoenaerts, Reda Kateb, Sabrina Ouazani, Astrid Whettnall, Gwendolyn Gourvenec. Drammatico, thriller, 111′. Francia, Belgio 2018

Manuel e Driss sono cresciuti come fratelli nelle banlieue parigine ma oggi tutto li oppone. Manuel gestisce traffici di droga, Driss è diventato un agente dell’antidroga. All’ombra di un assassinio che ha freddato in strada tre dei suoi compagni, Manuel è costretto a collaborare con Driss. Tra ostilità e risentimento e malgrado la diffidenza reciproca, i loro legami si riallacciano intorno alle radici comuni.

 

Quando, dopo una consegna di una partita di droga, due sicari uccidono i suoi amici, Manuel (Schoenaerts) decide di vendicarsi scoprendo di chi si tratti. Qualcuno deve aver parlato e rivelato dell’appuntamento, qualcuno di cui pensava di potersi fidare. Ma adesso tutti pensano che quel qualcuno sia lui e l’unico amico che gli rimane è il suo più acerrimo nemico, Driss, un ispettore della narcotici…

Un personaggio difficile con cui relazionarsi, con cui empatizzare, non sempre rimane impresso nella mente del pubblico. Nel caso di “Fratelli nemici – Close enemies” di David Oelhoffen, presentato alla Mostra del cinema di Venezia 2018, il protagonista, uno spacciatore intrappolato in un intrigo di famiglie al potere, riesce a entrare in empatia con chiunque.

I drammi di Manuel – la perdita di un amico, l’impossibilità di contattare i suoi cari, perché facendolo potrebbe esporli a un pericolo mortale, quella perpetua sospensioe tra bene e male, tra giusto e sbagliato – sono umani, vicini e comprensibili per quanto la sua condizione di criminale ce lo rendano estraneo.

Il cast è molto efficace, soprattutto nel rappresentare determinati contrasti tra il mondo del crimine e quello della giustizia, con un confine tra i due che diventa sempre più labile. La regia di Oelhoffen è versatile, con strette claustrofobiche, sequenze mosse di inseguimenti e sparatorie, e piani larghi di vedute, sterili e fredde.

“Fratelli nemici – Close enemies” è un buon film che sembra però non avere molto di nuovo da dire in un genere, quello che coniuga thriller e noir, e che potremmo identificare con “Gomorra” di Matteo Garrone, già saturo. Inserirsi nel genere sopracitato è facile, di storie da raccontare ce ne sono a decine, riuscire a distinguersi molto meno.

 

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Sofia Peroni
Classe 1996, marchigiana d’origine, studia comunicazione a Roma e ha trovato il modo di coniugare la passione per il cinema e quella per la scrittura... Come? Scrivendo sul e per il cinema dal 2015. Ha all'attivo diverse esperienze sul set, con registi del calibro di Matteo Garrone, e sogna un giorno di veder realizzato il suo film.

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