“Germaine Johnson odia il martedì”: recensione del libro di K. Collette

Garzanti pubblica una storia a tratti ironica che parla di emozioni, cambiamenti e del potere dell'amicizia

Uscito a fine agosto 2019 per Garzanti, Germaine Johnson odia il martedì di Katherine Collette ruota tutto attorno alla figura della protagonista, Germaine, una donna eccessivamente razionale, che traduce ogni elemento della sua vita in variabili, grafici e tabelle.

Il suo è un modo per controllare tutto e non andare incontro a sorprese – belle o brutte che siano -, ma a questa stretta maglia di razionalità sfuggono le emozioni.

Se c’è una cosa in cui sono brava è nascondere le mie emozioni. La maggior parte delle persone non sa che ne ho.

Molto concentrata sul lavoro, ambiziosa e sicura di avere capacità tali da renderla unica e indispensabile, dopo anni in una società assicurativa – con compiti di responsabilità e molto vicina al capo – Germaine è certa di essere a un passo dalla promozione che attende da tempo.

Quando però le sue aspettative vengono deluse, una reazione eccessiva le fa perdere il lavoro. Si ritrova così trentasettenne, disoccupata e sola. Sua cugina la aiuta a ottenere un impiego in Comune, al telefono amico per la terza età. E inizia per lei, incapace di provare empatia, questa nuova sfida…

Ambientato in una cittadina australiana, “Germaine Johnson odia il martedì” è una lettura piacevole, che accompagna il lettore attraverso il graduale percorso di trasformazione della protagonista. Risulta, però, anche alquanto prevedibile.

Germaine viene descritta in modo accurato, eppure si fatica a entrare in sintonia con lei, e alla fine ci si ritrova distaccati e anche alquanto infastiditi dal suo modo di ragionare, di fare previsioni e di agire di conseguenza.

I personaggi secondari – dalla sindaca senza scrupoli della cittadina a Celia Brown, pugnace presidentessa del Centro Anziani – sono a loro volta descritti con attenzione nelle loro molteplici sfaccettature caratteriali, e risultano funzionali alla narrazione.

Una storia carina, con il lieto fine assicurato, che tuttavia stenta a decollare e con un ritmo a tratti piuttosto lento. 

 

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