“Go home – A casa loro”: un horror che all’intrattenimento unisce la satira

Luna Gualano punta in alto ma la messa in scena e il cast non sono all'altezza delle premesse

Un film di Luna Gualano. Con Antonio Bannò, Sidy Diop, Shiek Dauda, Cyril Dorand Nzeugang Domche, Pape Momar Diop, Annabella Calabrese. Horror, 85′. Italia 2018

Un gruppo di militanti di estrema destra si riunisce a Roma per protestare contro l’apertura di un centro d’accoglienza. Scoppia una rissa con i manifestanti a favore, ma quella che era nata come una semplice disputa si trasforma in un’apocalisse zombie. Nessuno sembra sopravvivere tranne Enrico che trova rifugio proprio presso i richiedenti asilo che voleva far sgomberare. All’inizio diffidente, mente sulle proprie convinzioni politiche per farsi aiutare. Alla fine dovrà cedere a cooperare con loro per tentare di rimanere in vita.

 

Oggi la nostra società appare drammaticamente contagiata dal virus dell’intolleranza e dell’odio nei confronti del diverso, come se fosse “l’altro” l’unico responsabile dei problemi che ci affliggono.

La caccia all’immigrato – visto come una sorta di ladro di lavoro e di futuro – si è scatenata prima sui social e poi per le strade, e spaventa vedere come vi abbiano aderito anche uomini e donne all’apparenza insospettabili, che hanno scelto però di seguire la massa spegnendo ogni forma di razionalità.

Se fossimo in un film, queste persone sarebbero dei perfetti zombi privi di cervello… Ed è con coraggio e vena provocatoria e ironica che Luna Gualano ha deciso di realizzare un horror, “Go home – A casa loro”, presentato ad Alice nella città nel 2018, ambientato in un quartiere popolare di Roma alla deriva…

Nel terrore dilagante provocato dall’apocalisse zombie l’unico luogo sicuro sembra essere una palazzina occupata – illegalmente – da un gruppo di immigrati clandestini. Ed è qui che trova rifugio un giovane facinoroso di estrema destra, salvato proprio da coloro che dovrebbero essere i nemici suoi e del popolo italiano.

Sulla carta “Go home” era un esperimento creativo e culturale interessante e con grande potenziale. Peccato però che nella messa in scena si perda larga parte della forza dell’idea e che il film finisca solo per risultare un banale film horror di serie B.

Alcuni personaggi sono ben caratterizzati e sviluppati, altri piuttosto superflui. Il cast, per quanto volenteroso, dimostra evidenti limiti recitativi e ben poca naturalezza ed esperienza davanti alla telecamera.

Ma quello che davvero delude del film della Gualano è il finale “cerchiobottista” che di fatto tradisce lo spirito del progetto, ovvero rendere esplicito quanto siano profondamente stupidi e vigliacchi coloro si trincea dietro il vuoto slogan “Prima gli italiani”.

 

Il biglietto da acquistare per “Go home – A casa loro” è:
Nemmeno regalato. Omaggio (con riserva). Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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