“Goldstone – Dove i mondi si scontrano”: un noir australiano

Ivan Sen dirige una pellicola che si distingue per il tono sommesso del racconto e la sceneggiatura

Un film di Ivan Sen. Con Alex Russell, Jacki Weaver, David Wenham, Aaron Pedersen, David Gulpilil. Thriller, 110′. Australia 2016

Il detective di origini aborigene Jay Swan viene inviato a Goldstone, una città mineraria nel deserto australiano, per indagare sulla scomparsa di una ragazza asiatica. Qui incontra subito l’opposizione del giovane poliziotto Josh e subisce le velate minacce della sindaca Maureen e del direttore della miniera Furnace Creek, protetti da un servizio di sicurezza violentissimo e da una rete di interessi che coinvolge l’intera comunità. Poco alla volta, aiutato da altri abitanti aborigeni e dallo stesso Josh, Jay viene a conoscenza di una tratta di donne tenute prigioniere e costrette a prostituirsi.

 

L‘idea intorno al quale ruota “Goldstone – Dove i mondi si scontrano” di Ivan Sen non si può dire che sia una novità per il cinema australiano, che riflette da sempre sul passato, sull’occupazione violenta della terra da parte dei bianchi e sul destino delle popolazioni aborigene, che la abitavano da secoli.

Quello che distingue questo noir con protagonista il detective Jay Swan (Aaron Pedersen), uomo tormentato così come lo è l’anima stessa della nazion, è il tono sommesso della narrazione, e una sceneggiatura costruita su dialoghi impeccabili.

Lo spessore di “Goldstone” non si basa tanto sulla forza dei personaggi nel presente, quanto sul loro passato, sulla storia globale che rappresentano attraverso le loro vicende individuali, nonostante questo finisca per oscurare la componente noir della vicenda.

Grazie anche all’ambientazione suggestiva, enfatizzata da inquadrature dall’alto, simmetriche e ben distribuite, e da fotogrammi panoramici in cui a prevalere sono le immagini della natura e dell’affascinante territorio circostante, a godere della visione è principalmente lo sguardo, cullato da un racconto soave ma senza grandi pretese.

 

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Concetta Piro
Nata a Napoli, a otto anni si trasferisce in provincia di Gorizia dove si diletta di teatro. Torna nella sua amata città agli inizi del nuovo millennio e qui si diploma in informatica e comincia a scrivere - pensieri, racconti, per poi arrivare al primo romanzo, "Anime". Nel frattempo ha cambiato di nuovo città e scenario, trasferendosi nelle Marche. Oggi conduce per RadioSelfie.it "Lo chiamavano cinema", un approfondimento settimanale sulla settima arte, e scrive articoli sullo stesso tema.

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