Gomorra 2: torna la serie Sky che ha stregato pubblico e critica

Da questa sera si riaccendono i riflettori sul quartiere napoletano di Scampia, sulle vicende di don Pietro Savastano (Cerlino), del figlio Genny (Esposito), di Ciro l’immortale (D’Amore). L’attesa è finita: con la serie “Gomorra” il male torna protagonista.

Lo sforzo produttivo di Sky, dopo il consenso di pubblico e critica riscosso dalla prima stagione lo scorso anno, è aumentato, come ci raccontano i numeri del comunicato stampa. La serie è stata realizzata in 32 settimane, e ha visti impegnati oltre 200 attori, 3.500 comparse e una troupe di 600 persone. Molteplici le location delle riprese: Napoli, Roma, Trieste, oltre alla Germania e al Costarica.

Premesse degne di un film, insomma. Ma cosa dobbiamo aspettarci da “Gomorra 2”?

Non volendo rovinare la sorpresa ai fan né essere accusati di fare spoiler a poche ore dalla messa in onda ufficiale (appuntamento oggi, martedì 10 maggio, alle 21.10 su Sky Atlantic) ci limitiamo ad alcune considerazioni generali.

Genny (Esposito) e Ciro (D’Amore) in una scena di “Gomorra – La serie”.

La prima stagione si era chiusa con la crisi dell’impero dei Savastano e l’ascesa di Ciro, che da gregario ha deciso di fare il grande salto e proporsi come nuovo boss. Donna Imma è morta, don Pietro è fuggito dal carcere, Genny è quasi morto dopo il drammatico faccia a faccia con Ciro.

“Gomorra” ha portato nelle case la quotidianità della malavita nostrana, un’operazione che aveva già decretato il successo di “Romanzo criminale – La serie” negli anni passati. È possibile, per i protagonisti, spingersi oltre nella loro vita votata al male? E non c’è mai lo spazio per un rimorso di coscienza, per quanto piccolo e insignificante?

Il prima episodio risponde in parte a queste domande. Ritroviamo Ciro intenzionato ad accordarsi con Salvatore Conte così da costruire una nuova alleanza tra le diverse anime criminali di Scampia, con la promessa di ingenti guadagni futuri. L’immortale è convinto di essere a un passo dall’affermazione definitiva, e non concepisce che il suo clan e la sua famiglia possano avere dubbi o esitazioni.

Non ha però fatto i conti, come spesso accade, con la moglie Debora che, non accecata dalla prospettiva di ricchezza, vede anche i pericoli che la nuova realtà può portare. Debora vorrebbe lasciare Napoli e mettere in salvo la figlia; non si fida di Ciro, lo teme, perché lo ritiene accecato dall’ambizione. Ciro si trova quindi chiamato a scegliere tra amore e potere; trattandosi di Gomorra non è difficile intuire quale strada l’uomo deciderà di seguire.

Salvatore Esposito è Genny in “Gomorra – La serie”.

Oltre a questa linea narrativa, c’è spazio anche per gettare luce sul destino di don Pietro e Gennaro Savastano, a un anno dalla fine della prima stagione. Come hanno reagito i due al crollo dell’impero di famiglia e cosa stanno architettando per tornare padroni di Scampia?

Le clip di lancio della serie rilasciate nelle scorse settimane avevano presentato “Gomorra 2” come una sorta di momento della verità e giorno del giudizio. I primi due episodi preparano il terreno alla guerra, feroce, che certamente verrà.

Lo spettatore respira un’aria cupa, fredda, dove i silenzi tesi dei protagonisti si alternano alle scene più cruente e sanguinarie. Una scelta narrativa azzeccata, soprattutto nel primo episodio che non potrà non scuotere lo spettatore. La seconda puntata, invece, è meno brillante, più statica nel ritmo e debole dal punto di vista narrativo.

La dura morale di questo inizio di “Gomorra 2” sembra essere che, in una guerra per il potere, non c’è spazio per alcuna forma d’amore o di compassione. Neppure l’affetto paterno o coniugale possono arrestare la spirale di violenza e di odio.

A Scampia la guerra, senza esclusioni di colpi, per affermarsi come boss è appena agli inizi. Lo spettatore si prepari, ancora una volta, a veder scorrere il sangue ed emergere il lato peggiore dell’essere umano.





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