“Greenland”: un disaster movie più intimista che spettacolare

Ric Roman Waugh e Gerard Butler tornano a lavorare insieme dopo il successo di "Attacco al potere 3"

Un film di Ric Roman Waugh. Con Gerard Butler, Morena Baccarin, David Denman, Hope Davis, Roger Dale Floyd, Scott Poythress. Thriller, 119′. USA 2020

Un ingegnere edile in crisi con la moglie torna a casa per la festa del figlio e cerca di riconquistare la compagna ma lei, pur apprezzandolo come padre, rimane fredda. Nel mentre una cometa si avvicina alla Terra e l’uomo è raggiunto al telefono da un’allerta presidenziale e dalla richiesta di recarsi a un aeroporto militare con la famiglia. Arrivarci  non sarà facile e a complicare ulteriormente le cose c’è la condizione diabetica del figlio…

 

Fino allo scorso febbraio il pubblico cinematografico sembrava avere una certa passione per i film apocalittici e catastrofici. Poi è arrivato il Covid 19, e i disaster movie sono apparsi improvvisamente ben poca cosa in confronto alla tragicità della vita reale.

Personalmente non credevo possibile che nel breve periodo si potesse tornare a proporre questo tipo di storia. Non avevo fatto i conti con il regista Ric Roman Waugh e con Gerard Butler, che dopo il successo di “Attacco al potere 3” tornano a lavorare insieme.

Vale la pena andare al cinema a vedere “Greenland”? Ci sono degli spunti innovativi rispetto ad altri film dello stesso genere? Me lo sono chiesto sedendomi in sala per l’anteprima. Dopo due ore posso dire che, complessivamente, il film è godibile.

Se da una parte lo sceneggiatore Chris Sparling è andato sul sicuro, mantenendo l’impianto narrativo dentro la tradizionale cornice del disaster movie, dall’altra ha dato maggiore peso all’aspetto psicologico ed emotivo dei personaggi. Il film ha un taglio più “impegnato” e intimista della media del genere, e stimola nel pubblico alcune interessanti riflessioni.

“Greenland” è anche una sorta di versione moderna e laica dell’arca di Noè, solo che in questo caso “l’arca” è un bunker antiatomico, e i prescelti per occuparlo sono stati selezionati dal governo americano in base a misteriosi criteri. Il film si arricchisce quindi di tematiche come la lotta di classe e la discriminazione.

La crisi familiare che si giustappone alla possibile fine del mondo è qualcosa di già visto, ma comunque lo spettatore segue con discreta partecipazione le angoscianti e frenetiche vicende del protagonista John, disposto a tutto pur di riabbracciare i propri cari e poi condurli in salvo.

Ai tempi del Covid 19 e di una pandemia imprevedibile, il film assolve discretamente il compito di far dimenticare la tragica realtà allo spettatore, portandolo a pensare, almeno per un paio d’ore, che tutto sia tornato alla normalità. Almeno per quanto riguarda i disaster movie.

 

Il biglietto da acquistare per “Greenland” è:
Nemmeno regalato. Omaggio (con riserva). Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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