Harry Potter a History of Magic: a Londra la magia prende vita

Fino al 28 febbraio sarà aperta la mostra alla British Library, tra manoscritti, bozze e curiosità

Magia: cosa vi fa venire in mente questa parola? Tomi polverosi, con immagini di streghe che cavalcano manici di scopa? Maghi dal sorriso smagliante che estraggono conigli dal cilindro o fanno comparire fazzoletti colorati e colombe? Oppure pozioni che sobbollono in vecchi calderoni?

Dimenticate tutto quello che avete sempre pensato di sapere, perché attraverso la mostra Harry Potter: a History of Magic organizzata alla British Library di Londra in occasione del ventennale dell’uscita del primo libro della serie magica di J. K. Rowling (“Harry Potter e la pietra filosofale”, ndr) scoprirete collegamenti, nozioni e aneddoti che vi faranno percepire la magia reale come mai prima. Reale, tangibile e soprattutto legata a doppio filo alla nostra storia, al nostro passato e al nostro presente.

Il percorso della British Library si snoda attraverso manoscritti, libri, manufatti (dai calderoni antichi ai mappamondi) e comprende anche bozze autografe dei romanzi e illustrazioni di Jim Kay. È diviso in sezioni, che riprendono le materie insegnate ad Hogwarts, dall’alchimia alla cura delle creature magiche, dagli incantesimi alle pozioni.

Per gli appassionati di Harry Potter sarà facile – e magico – fare collegamenti tra gli oggetti in mostra e i personaggi e la storia immaginati da J. K. Rowling. Prendiamo ad esempio la sezione dedicata all’alchimia, la scienza antica che, tra le altre cose, mirava a creare l’elisir di lunga vita, la pietra filosofale.

Come non accostare l’alchimista dagli abiti e dal cappello scarlatti, che stringe la sua fiaschetta con il liquido dorato in una delle pagine del bellissimo manoscritto noto come “Splendor Solis” a Nicolas Flamel, l’unico capace di creare la fantomatica pietra e ottenere quindi una vita decisamente lunga (i libri della Rowling parlano di oltre 600 anni)? Tra parentesi Flamel è un personaggio realmente esistito, nella Parigi del XV secolo.

Una bozza dello studio della mandragola di Jim Kay. © Bloomsbury Publishing plc

E cosa dire della mandragola, molto familiare agli studenti di Hogwarts, abituati a maneggiarla soltanto indossando paraorecchie così da non venire danneggiati dal suo fantomatico pianto. Le radici della pianta ricordano il corpo umano, e nell’antichità molti miti parlavano del modo corretto, per quanto letale, di coglierne una (secondo diverse fonti, farla estrarre da un animale e stare a grande distanza, per non sentirne il pianto).

Piccole chicche, unite ad animazioni e installazioni interattive (come quella che permette di creare pozioni o il planetario con le costellazioni da esplorare) che rendono Harry Potter: a History of Magic un percorso intrigante, per quanto breve.

 

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