Harry Potter: riflessione di una lettrice sulla saga cinematografica

Perché i film hanno colto in parte nel segno, ma avrebbero anche potuto essere migliori

Che per due settimane un canale Sky Cinema sia interamente dedicato ai film di Harry Potter (ne abbiamo parlato qui), cosa successa in passato per titoli come Rocky, ci fa capire quanto questa saga cinematografica sia diventata iconica.

Questo notizia di stretta attualità mi ha spinta a fare una riflessione, che credo possa essere condivisa da molti lettori.

Io appartengo a quella generazione che è cresciuta insieme a Harry per una fortunata coincidenza anagrafica. Ho scoperto il mondo magico a Natale del 2000, quando avevo dodici anni e in Italia erano stati pubblicati i primi tre libri.

Il quarto sarebbe uscito a febbraio 2001: ricordo di essere corsa a comprarlo con l’influenza, sapendo di poter restare a casa per qualche giorno a leggerlo in santa pace. Non ero mai stata così felice di avere la febbre!

Da lì è iniziata una fase di trepidante attesa, perché gli ultimi tre libri sono usciti nei sei anni successivi, uno ogni due anni, con una lentezza estenuante per noi lettori adolescenti. Ma nel frattempo ha preso il via anche la saga cinematografica, che ha reso Harry Potter un fenomeno mondiale.

L’adattamento di un’opera letteraria non è mai semplice, specie se si tratta di una saga con tanti personaggi e numerose sotto-trame in continua evoluzione. Per questo bisogna apprezzare il gran lavoro dietro ai film Warner Bros., che sono riusciti nell’impresa di ricreare l’atmosfera magica di Hogwarts, grazie anche a una meravigliosa colonna sonora.

Ma ci sono delle cose che una Potterhead come la sottoscritta non riuscirà mai a perdonare ai film. Non parlo di contenuti mancanti, perché so che includere tutti i dettagli sarebbe probabilmente impossibile e renderebbe la visione meno lineare. No, parlo di stravolgimenti. Ne elencherò tre, perché credo che bastino a rendere l’idea.

  1. Primo, il più lampante: il protagonista. Per quale ragione si sia scelto di portare sullo schermo un Harry così noioso e un filino passivo-aggressivo proprio non me lo spiego. Certo, all’inizio Harry è un bambino timido e intimorito dal nuovo mondo in cui sta entrando. Crescendo, però, sviluppa un carattere deciso: è di fatto una testa calda, pronto a scattare seguendo l’istinto, ed è anche ironico e spiritoso. Questo Harry non esiste nei film, purtroppo.
  2. Allo stesso modo non esiste il Ron letterario (secondo punto) che, oltre a essere simpatico e leale, è dotato di parecchio senso pratico, avendo una profonda conoscenza del mondo magico visto che viene da una stirpe di maghi. Nei film, soprattutto dal terzo in poi, Ron è ridotto a spalla comica, a volte inutile e imbarazzante. Cambiare così radicalmente due dei personaggi principali allontana moltissimo, forse troppo, i film dai libri.
  3. L’ultimo stravolgimento da notare riguarda l’intero sesto film, “Il principe mezzosangue”. I contenuti emozionanti di uno dei migliori volumi della saga spariscono, lasciando il posto a una – terribile – telenovela adolescenziale. Oltre al ribrezzo, questa mossa crea enormi buchi di trama che i due film conclusivi non riescono a colmare, nonostante ci provino.

Cosa fare per rimediare? C’è chi auspica una serie TV che segua i libri capitolo per capitolo, chi invoca un remake dei film più attento ai dettagli, chi propone una serie animata. Non so se una di queste opzioni verrà realizzata; quello che so è che ci sarà sempre qualcuno scontento.

Il legame che noi lettori abbiamo sviluppato con i libri di Harry Potter è così intenso che probabilmente accontentarci del tutto sarebbe e sarà impossibile. Perché questo è un legame che va oltre l’opera letteraria e coinvolge la nostra stessa infanzia. Harry ci ha accompagnato durante la crescita e il suo romanzo di formazione è in fondo anche un po’ il nostro.

Che questo però non scoraggi registi e sceneggiatori! Aspettiamo di vedere – e giudicare, naturalmente! – i vostri futuri sforzi. Io personalmente sono incuriosita dall’idea di una serie animata, in cui magari gli occhi di Lily saranno davvero verdi e Voldemort crollerà sul pavimento con banale solennità… Nel frattempo, mi metto comoda e rileggo i libri.

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Valeria Lotti
Originaria della provincia di Roma, vive tra l'Europa e la Cina, coltivando la sua passione per lo studio di società e culture. Dottoranda a Berlino, ama scrivere di cinema, viaggi e letteratura. Si ritiene democratica e aperta alla critica, purché non sia rivolta ai libri di Harry Potter.

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