“Hostiles – Ostili”: un western malinconico, con dei limiti

Christian Bale e Rosamund Pike in un film che punta sui silenzi e il paesaggio più che sui dialoghi

Un film di Scott Cooper. Con Christian Bale, Stephen Lang, Rosamund Pike, Wes Studi, Jesse Plemons, Ben Foster. Avventura, 127′. USA, 2017

Il capitano Joe Blocker (Bale) è alla soglia della pensione quando, su richiesta del presidente degli Stati Uniti, gli viene ordinato di condurre fino al Montana il capo Cheyenne Falco Giallo, in fin di vita per una malattia terminale. Peccato che Joe abbia combattuto contro gli indiani fino a quel momento e abbia visto morire molti amici e commilitoni, alcuni proprio per mano di Falco Giallo. Al drappello si unisce anche Rosalie (Pike), una donna che ha visto trucidare la propria famiglia da una banda di ladri di cavalli Comanche.

 

Viviamo un’epoca storica in cui le divisioni, l’intolleranza, l’odio per chi è diverso sembrano diventate le basi fondanti della società. Lo straniero viene spesso identificato come il nemico, o almeno qualcuno da guardare con sospetto e diffidenza.

Paradossalmente più un Paese cerca di proporsi oggi come modello di democrazia e di libertà più, se analizzato approfonditamente, mostra di avere al suo interno, magari nel suo passato, tracce evidenti di razzismo.

Gli Stati Uniti sono l’esempio più lampante in questo senso, e il regista Scott Cooper, volendo rimarcare le contraddizioni sociali, politiche ed economiche che sta attraversando attualmente il suo Paese, si è servito della storia oltre che della propria creatività.

Il western “Hostiles – Ostili” ha aperto la 12° edizione della Festa del Cinema di Roma 2017 portando sul grande schermo l’ostilità tra indiani e bianchi, che ha prodotto nel corso del tempo carneficine e spargimenti di sangue, un conflitto ancora oggi non completamente sanato.

A dimostrare come né gli uni né gli altri si siano risparmiati in tal senso, basterebbero le prime due scene del film. La famiglia di Rosalie (Pike) viene aggredita e trucidata da una banda di indiani. Il capitano Jospeh J. Blocker (Bale) mette in atto una spietata retata contro una tribù innocente.

Da qui prende il via il film di Cooper, definito dallo stesso regista in conferenza stampa un atipico western dell’umanesimo. Lo spettatore deve prepararsi all’alternarsi di momenti di violenza inaudita e momenti di introspezione psicologica, spirituale ed esistenziale che probabilmente ai fan del genere potrebbero risultare un po’ indigesti.

L’ambizione del regista di indicare al pubblico un modo di trasformare l’odio in tolleranza e la rabbia in accoglienza era lodevole ma purtroppo il risultato è un film che snatura il  western e perde, scena dopo scena, la sua identità narrativa.

“Hostiles – Ostili” è costruito più sulla fisicità e sui silenzi degli interpreti che sulla parola, potendo contare in questo senso su straordinari paesaggi, selezionati per accordarsi ai cambiamenti emotivi e caratteriali dei protagonisti.

La pellicola non sfrutta appieno le potenzialità e il talento dei suoi interpreti, costretti a una recitazione asciutta, essenziale, giocata tutta sulla presenza scenica, cosa che esalta Christian Bale e invece penalizza, a nostro modesto parere, la bella Rosamund Pike.

Insomma, forse non darà nuovo slancio al genere western, ma sicuramente “Hostiles – Ostili” darà un contributo alla riflessione che solo il perdono reciproco è la strada per costruire un mondo migliore.

 

Il biglietto da acquistare per “Hostiles – Ostili” è:
Nemmeno regalato. Omaggio
(con riserva). Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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