“Hunters”: caccia agli ufficiali nazisti nell’America degli anni ’70

La nuova serie targata Amazon Prime unisce storia, thriller, spionaggio e dei momenti leggeri e trash

Una serie ideata da David Weil. Con Al Pacino, Josh Radnor, Logan Lerman, Lena Olin, Jerrika Hinton, Carol Kane, Saul Rubinek, Tiffany Boone, Louis Ozawa Changchien, Greg Austin, Dylan Baker.
Drammatico. USA. 2020-in produzione

Basata su eventi storici realmente accaduti, la serie di concentra su un gruppo variegato di cacciatori di nazisti nella New York City del 1977. I Cacciatori (The Hunters), così vengono chiamati da tutti, hanno scoperto che centinaia di ufficiali nazisti di alto rango si nascondono tra le persone comuni, cospirando per creare il quarto Reich negli Stati Uniti. L’eclettico team si avventura in una sanguinosa ricerca per assicurarli alla giustizia.

 

Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche del maresciallo Ivan Konev arrivarono per prime presso la città polacca di Oświęcim (in tedesco Auschwitz), scoprendo il vicino campo di concentramento e liberandone i superstiti. Il 7 maggio 1945 la Germania nazista firmò la resa senza condizioni.

Con “processo di Norimberga” ci si riferisce a due distinti gruppi di processi ai nazisti coinvolti nella seconda guerra mondiale e nella Shoah, tenutisi in Germania dal 20 novembre 1945 al 1º ottobre 1946.

Occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, scottatura per scottatura, ferita per ferita, contusione per contusione. Se uno colpisce l’occhio del suo schiavo o l’occhio della sua schiava e glielo fa perdere, li lascerà andare liberi in compenso dell’occhio perduto. Se fa cadere un dente al suo schiavo o un dente alla sua schiava, li lascerà andare liberi in compenso del dente perduto.
[Vecchio Testamento]

Questo piccolo “promemoria” composto da date, fatti e citazioni, caro spettatore, è propedeutico e quasi indispensabile prima di affrontare la visione di “Hunters”, la nuova serie targata Amazon Prime, disponibile dal 21 febbraio, nonostante già il titolo, traducibile come “Cacciatori”, dica molto del cuore narrativo e della mission del progetto.

La resa della Germania nazista e il processo di Norimberga non potevano essere sufficienti per chiudere il conto con la storia, con l’orrore dell’Olocausto. L’uccisione di sei milioni di ebrei non poteva essere altresì compensata dall’arbitraria decisione degli Alleati di creare lo Stato di Israele.

Il Terzo Reich fu sconfitto, ma tanti, troppi gerarchi nazisti riuscirono a fuggire da Berlino, trovando asilo in Sud America e rifacendosi una vita senza rispondere delle proprie azioni. Nel nuovo scenario mondiale post-bellico, però, dove già si profilava lo scontro tra Stati Uniti e Urss, la loro presenza divenne accettabile. Ma non per gli israeliani.

“Hunters” ci trasporta nell’America degli anni ‘70, facendoci conoscere una realtà efferata, sconvolgente, tragica, che non trova posto nei libri di scuola. Una storia di vendetta, giustizia e rivalsa identitaria, che unisce violenza, thriller politico, spionaggio e persino momenti leggeri e quasi trash.

I “cacciatori” si muovono per dare giustizia e pace agli ebrei trucidati. Ma si può uccidere per conto dei morti? O i nazisti stanati hanno comunque diritto a un processo equo? Lo spettatore si trova combattuto, oscilla tra le due posizioni a seconda delle scene e dei momenti.

“Hunters” porta avanti delle tesi destinate a dividere e far discutere, trascina il pubblico in una storia fatta di misteri, complotti e continui colpi di scena e mette anche in evidenza come la guerra, per gli ebrei, non sia mai realmente finita.

L’atmosfera della serie è plumbea, carica di dolore e sofferenza. Tutti i personaggi agiscono spinti da motivazioni e sentimenti personali e non solo dal senso di giustizia, rendendo elettrica ed eccitante ogni scena.

Una visione dura, provocatoria e per alcuni versi preoccupante. Sicuramente “Hunters” non lascerà indifferenti, lasciando l’angosciosa sensazione che il nazismo sia davvero sopravvissuto, divenendo persino più pericoloso e nocivo.

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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