“I am Samuel”: una danza di primi piani e di grandi prospettive

Il regista keniota Peter Murimi dirige un documentario intenso, delicato, emotivamente toccante

Un film di Pete Murimi. Documentario, 70′. Kenya, Canada, Regno Unito, USA 2020

Samuel è nato e cresciuto in una fattoria del Kenya rurale. Dopo essersi trasferito nella capitale, Nairobi, conosce e si innamora di Alex. Il padre è un predicatore della chiesa locale, e si aspetta che il figlio si sposi e porti a casa una moglie. Mentre il rapporto e l’amore tra Alex e Samuel crescono, i due sono consapevoli delle ombre e della violenza che si addensano loro intorno. Dopo tutto, in base al codice penale keniota, introdotto dagli inglesi un centinaio di anni fa, gli atti omosessuali prevedono una condanna di 14 anni di carcere.

 

Trovo sempre difficile recensire un film di cui mi è piaciuto tutto, inclusi i titoli di coda, poiché il mio ruolo di redattrice impone di mantenere l’imparzialità. Qualcuno doveva scrivere di “I am Samuel”, però… e fortunatamente quel qualcuno sono io.

Diretto dal regista Peter Murimi e prodotto da We are not the Machine, il film mescola realtà e finzione, in stile verité, per raccontare la storia di Alex e Samuel, due ragazzi kenioti che vivono la loro relazione consapevoli di esporsi così ad attacchi fisici e personali, dal momento che in Kenya è ancora in vigore una legge di epoca coloniale che in un certo senso avvalla gli atti di violenza contro le persone queer.

La storia, di per sé forte e di grande tensione emotiva, è raccontata con uno sguardo talmente tenero che è impossibile premere il tasto pausa e interromperne la visione.

Forse grazie al suo passato nel mondo del giornalismo d’inchiesta, Murimi riesce a mettere insieme le tante immagini che compongono l’identità di Samuel, approfondendola con grande cura in tutte le sue sfaccettature. Si parla quindi di Samuel, l’uomo, e del suo rapporto con la fede e con la famiglia, ma anche della sua ricerca di una vita appagante e libera, attraverso la relazione con il compagno ma anche da un punto di vista professionale.

Nel farlo, Murimi usa sapientemente lo spazio, infiltrandosi nella campagna di Nairobi e nei suoi sobborghi cittadini per esplorare la realtà di luoghi e persone che molto spesso non hanno voce per raccontare la loro storia.

“I am Samuel” è una danza di primi piani e di grandi prospettive che si alternano in modo così elegante e avvolgente che è impossibile non sentirsi trasportati dentro al mondo raccontato dal regista.

Tutto questo è accompagnato da una colonna sonora coinvolgente, merito anche del gusto e dello stile di Eric Wainaina, che forse qualcuno ricorderà per il suo lavoro durante i Campionati del modo di calcio del 2010. In particolare, la canzone che Wainaina ha composto per il film, “When darkness come”, è la ciliegina sulla torta che chiude il cerchio e lascia nelle mani dello spettatore il messaggio di “I am Samuel”: non spetta a nessuno esprimere un giudizio su una cosa tanto pura quanto l’amore tra due persone.

 

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