I FANTASTICI 4 | Omaggio al regista giapponese Akira Kurosawa

Ogni settimana una selezione di pellicole a tema, tra film cult, volti noti e nomi da scoprire o riscoprire

di Concetta Piro

 

È scomparsa da quasi vent’anni – era il 6 settembre 1998 quando è venuto a mancare – ma Akira Kurosawa resta ancora oggi il regista nipponico più apprezzato nel mondo, capace di ispirare con i suoi film intere generazioni (La fortezza nascosta, ad esempio, ha avuto una notevole influenza su George Lucas per la creazione della saga di Star Wars). 

Vincitore di due Oscar, uno per il miglior film straniero, uno alla carriera, di una Palma d’oro, di un Leone d’oro alla carriera, è riuscito a diffondere più di ogni altro, attraverso i suoi film, la cultura giapponese. Il suo impegno a 360° nella realizzazione di un progetto – dalla scrittura della sceneggiatura al montaggio – è rimasta mitologica.

Nel nostro appuntamento con “I Fantastici 4”, la rubrica settimanale dedicata al consiglio di pellicole a tema, abbiamo deciso di omaggiare Kurosawa proponendovi le sue pellicole migliori.

 

RASHÔMON

di Akira Kurosawa. Con Toshirô Mifune, Machiko Kyô, Masayuki Mori, Takashi Shimura, Minoru Chiaki, Kichijiro Ueda. Drammatico, 88′. Giappone, 1950

Budget ridotto per un film che, attraverso le vicende dei tre protagonisti, riflette sulla natura dell’uomo e sulla sua inclinazione alla menzogna, guidata da un esasperato spirito di autoconservazione. Una delle prime pellicole a utilizzare la suddivisione a episodi, aprì all’Occidente il mondo del cinema giapponese e si aggiudicò l’Oscar come miglior film straniero e il Leone d’oro a Venezia.

 

VIVERE

di Akira Kurosawa. Con Takashi Shimura, Shinichi Himori, Haruo Tanaka, Minoru Chiaki, Miki Odagiri. Drammatico, 143′. Giappone, 1952

Una metafora che parte da un caso individuale e suggerisce il malessere del Giappone del dopoguerra. Un anziano impiegato scopre che ha un cancro e solo un anno da vivere. Cerca di dare un significato ai giorni che gli rimangono e, non trovando un conforto in famiglia, s’affeziona a un gruppo di madri che cercano un’area per far giocare i loro bambini. Termina la vita dell’uomo, ma con la gioia di vedere cominciare quella degli altri.

 

I SETTE SAMURAI

di Akira Kurosawa. Con Toshirô Mifune, Takashi Shimura, Yoshio Inaba, Seiji Miyaguchi, Minoru Chiaki. Drammatico, 95′. Giappone, 1954

Punto di riferimento cinematografico, “I sette samurai” vanta tante imitazioni quanti sono i plausi ricevuti negli anni. Per trent’anni ne è circolata una versione ridotta, insignita del Leone d’Oro a Venezia, prima della diffusione dell’originale, di durata superiore alle tre ore. Il film racconta il mondo dei samurai, dei contadini e dei briganti ma nel farlo abbraccia l’umanità intera, quella folla di minuscoli esseri che abitano, ma sarebbe meglio dire infestano, la Terra.

 

RAN

di Akira Kurosawa. Con Tatsuya Nakadai, Akira Terao, Takeshi Katô, Jinpachi Nezu, Hisashi Igawa. Drammatico, 161′. Giappone, 1985

Nel Giappone feudale del 1500 si combatte la lotta fratricida tra Taro e Jiro, figli del potentissimo Hidetora, infiammati da odio smisurato. La loro sete di vendetta porterà morte e distruzione per tutto il paese. Grandiosa, spettacolare, violenta rappresentazione della follia umana e delle crudeltà del fato, a metà strada fra tragedia greca e dramma shakespeariano, il film si muove tra maestose scene campali (premio Oscar per i costumi) sorrette da un’impeccabile fotografia, e sequenze che si ricollegano direttamente al teatro tradizionale nipponico.

 

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