“I patrioti”: recensione del romanzo di Sana Krasikov edito da Fazi

Le vicende di tre generazioni di una stessa famiglia, tra Russia e Stati Uniti, tra Storia e storie

Una delle (belle) sorprese editoriali di questo 2022, a maggior ragione se si pensa che si tratta di un’opera prima, arriva in libreria oggi, 8 novembre, edito da Fazi. “I patrioti” di Sana Krasikov è uno di quei romanzi che promettono di non lasciare il lettore indifferente, che richiede un bell’impegno nella lettura (dall’alto delle sue 800 pagine) ma offre grandi soddisfazioni. 

La ventitreenne americana Florence Fein, figlia di genitori ebrei e nipote di una donna russa, è da sempre affascinata dal mondo sovietico. La Grande Depressione ha colpito gli Stati Uniti e lei, idealista e nauseata dalle contraddizioni del proprio paese, decide di lasciare New York per trasferirsi nella terra d’origine della nonna, inseguendo il sogno socialista e la promessa di un amore oltreoceano.

Una volta giunta a destinazione, però, le speranze svaniscono una dopo l’altra, la ragazza si trova faccia a faccia con la brutalità di un regime sempre più opprimente e rimane presto bloccata in un paese da cui non può fuggire. Molti anni dopo, il figlio di Florence, Julian, emigra di nuovo verso gli Stati Uniti, anche se il suo lavoro nell’industria petrolifera lo porta frequentemente a Mosca.

Gran parte della vita della madre gli è stata tenuta nascosta e, quando viene a sapere che il fascicolo del KGB su di lei è stato aperto, organizza un viaggio d’affari per scoprire tutta la verità. Ma il cerchio non si è ancora chiuso: per chiuderlo definitivamente Julian dovrà anche convincere suo figlio, l’ostinato Lenny, che nel frattempo sta cercando di fare fortuna nella spietata Russia di Putin, a tornare a casa.

“I patrioti” raccontale vicende di tre generazioni di una stessa famiglia, spaziando dalla Russia degli anni ’30 e ’40 agli Stati Uniti del 2008. La storia non segue un ordine cronologico ma salta tra i piani temporali e i punti di vista: quello di Florie, che negli anni ’30 lascia New York per emigrare nella Russia di Stalin, quello del figlio Julian, che passa diversi anni in un orfanotrofio, e quello del figlio di lui, Lenny.

Questo andamento da una parte rende il racconto meno monotono, dall’altro aiuta a smorzare la tensione. Perché bisogna essere onesti: le parti che riguardano Florie e la vita di lei in Russia sono davvero pesanti, da leggere. Sana Krasikov ha saputo rendere lo stato d’animo di questa giovane donna americana che, poco a poco, vede crollare ogni illusione, che vive nel terrore e alla fine finisce risucchiata dagli ingranaggi della storia con grande maestria. Per un lettore moderno, dall’alto della conoscenza che oggi abbiamo di ciò che poi succederà negli anni ’40 e ’50, è molto difficile leggere la storia di Florie. Perché già sappiamo che l’esito, per lei, per molti, sarà drammatico.

Julian e Lenny anche affrontano la loro buona dose di drammi, si scontrano ognuno a suo modo con il sistema burocratico e la corruzione russa, con l’orrore della vita, ma Florie è la vera protagonista della storia, la vera eroina drammatica de “I patrioti”. 

Un romanzo commovente, toccante, che come ho scritto in apertura richiede un bell’impegno – anche perché alcune parti sono, oggettivamente, un po’ lente e la storia gira su se stessa, tra descrizioni, teorie marxiste e passaggi tecnici, prima di andare avanti – ma che alla fine ripaga di ogni sforzo. E lascia un’impressione profonda e duratura, anche dopo averlo terminato. 

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