I top e i flop del 2018 al cinema secondo Federica Gamberini

La redazione di Parole a Colori “dà i numeri”, votando le tre migliori e peggiori novità dell’anno

Fine dell’anno tempo di bilanci, anche per quello che riguarda i film visti al cinema negli ultimi dodici mesi. Mano sulla coscienza, ecco le mie scelte, iniziando dai top3.

A dispetto delle critiche contrastanti, Bohemian rhapsody riflette a pieno lo spirito dei Queen e del loro front man, Freddie Mercury, famoso per non attenersi alle regole. Il film di sicuro rompe i canoni del biopic classico per restituirci un viaggio affascinante nella vita di Mercury, attraverso gli occhi di chi l’ha conosciuto meglio.

Prendete un veterano come Steve Carrell e affiancatelo a un talento emergente come Timothé Chalamant e avrete Beautiful boy, un film delicato, che approccia con dolcezza e con la giusta profondità un tema difficile come la tossicodipendenza giovanile. Il film è una carezza che si imprime nel cuore di chiunque lo guardi, emozionando e facendo riflettere.

Una scena del film “Il vizio della speranza”.

Non si può chiudere l’anno senza menzionare un film virtuoso e ben fatto come Il vizio della speranzadi Edoardo De Angelis. Questo racconto inverso sulla natività e il venire al mondo oggi è una chicca tutta italiana che merita, a buon titolo, di entrare nella top 3 del 2018 sia per l’unicità della regia sia per la straordinaria interpretazione della protagonista Pina Turco.

 

E dopo le cose belle, le dolenti note. La mia flop3, quei film che hanno deluso le mie aspettative e che nel 2019 non vi consiglio di recuperare.

Lo Schiaccianoci e i quattro regni è la prova, ancora una volta, della pochezza di idee e di inventiva che caratterizza la produzione Disney degli ultimi anni. Nonostante le scenografie zuccherose e la fotografia accattivante, il film è un insensato stravolgimento del racconto tradizionale russo, senza particolari meriti e che lascia del tutto indifferenti.

Nonostante Hollywood guardi a Damien Chazelle come a un nuovo talento registico, First man – Il primo uomo è un film senza infamia e senza lode. La scelta di girare tutto in soggettiva e in primo piano – nonostante in alcuni casi faccia sentire come dentro un navicella spaziale – risulta, alla lunga, un pugno allo stomaco e un fastidio per gli occhi. Difficile entrare in sitnonia con la storia e con i personaggi.

Attesissimo sequel di “Animali Fantastici”, “I crimini di Grindelwald” dà un chiaro segnale, alla Rowling e ai suoi fan: è tempo per la scrittrice britannica di dedicarsi ad altri progetti! Questo accanimento sul mondo potteriano è un danno sia al suo stesso universo, spremuto fino al midollo e all’inverosimile, sia al talento della Rowling che potrebbe altresì essere meglio speso nel proseguire nuove linee narrative.

 

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Federica Gamberini
Bolognese di nascita, cittadina del mondo per scelta, rifugge la sedentarietà muovendosi tra l’Inghilterra (dove vive e studia da anni), la Cina, l’Italia e altre nazioni europee. Amante della lasagna bolognese, si oppone fermamente alla visione progressista che ne ha la signorina Lotti, che vorrebbe l’aggiunta della mozzarella. Appassionata di storie, nel tempo libero ama leggere, scrivere, guardare serie TV e film, e partecipare a quanti più eventi culturali possibile.

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