“I tre moschettieri – D’Artagnan”: il classico di Dumas torna al cinema

Martin Bourboulon rinverdisce i fasti del genere "cappa e spada" ma con intelligenza

Un film di Martin Bourboulon. Con François Civil, Vincent Cassel, Romain Duris, Pio Marmaï, Eva Green. Avventura, 121′. Francia 2023

Il giovane D’Artagnan ambisce a diventare un moschettiere del re Luigi e si reca a Parigi per mettersi al servizio del capitano de Tréville. In viaggio incappa nel rapimento di una ragazza e rischia la vita per cercare di salvarla. Arrivato nella capitale, si rende conto di come sia facile litigare con i moschettieri ma soprattutto di quanto intrighi e corruzioni corrodano la nobiltà di Francia. Mentre i moschettieri sono fedeli al re, il cardinale Richelieu è disposto a tutto pur di screditarli e acquisire sempre più potere.

 

C’era davvero bisogno, nel 2023, di proporre al pubblico un’ennesima trasposizione cinematografica del classico intramontabile di Alexandre Dumas “I tre moschettieri”? La domanda mi ha perseguitato fino all’inizio della proiezione del film di Martin Bourboulon.

Nutrivo grosse perplessità sulla possibilità che il genere “cappa e spada” potesse avere ancora qualcosa da dire, specie ai più giovani. Ed ero pronto a scrivere una stroncatura della pellicola, lo ammetto, ma gli sceneggiatori sono riusciti nella difficile impresa di ribaltare un verdetto già scritto.

La sceneggiatura de “I tre moschettieri – D’Artagnan” rispetta il romanzo di Dumas ma lavora anche in modo incisivo su alcuni aspetti della storia, dandole un taglio giovane, incisivo e pop. La trama è classica e lineare, la ricostruzione storica attenta e sontuosa, la rilettura dei personaggi moderna.

Bourboulon ha evitato saggiamente di cedere ai vezzi avanguardisti di molto suoi colleghi, “limitandosi” a inserire la propria firma stilistica e registica in una struttura nota e solida. Corretta anche la scelta del cast, con il suo mix di stelle affermate e giovani promesse.

“I tre moschettieri – D’Artagnan” coniuga con intelligenza classico e moderno, per una storia di cappa e spada 2.0 che non sfocia nell’eccessivo. Il film – primo di due – è forse un po’ troppo lungo, ma sicuramente gradevole sia per chi ama da sempre i personaggi sia per chi invece li scopre per la prima volta. Uno per tutti…

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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