“Il diritto di opporsi”: una storia di ingiustizia a sfondo razziale

Un film raffinato e sobrio, che tocca tematiche delicatissime come la pena di morte e la giustizia

Un film di Destin Daniel Cretton. Con Michael B. Jordan, Brie Larson, Jamie Foxx, O’Shea Jackson Jr., Tim Blake Nelson. Drammatico, 136′. USA 2019

Bryan Stevenson è un giovane afroamericano laureato in legge ad Harvard. Potrebbe fare carriera nel Nord degli Stati Uniti e invece sceglie di lavorare, in gran parte pro bono, per difendere i condannati a morte in Alabama, molti dei quali non hanno beneficiato di un regolare processo: e quasi tutti sono neri come lui. Fra questi c’è Walter McMillian, nel braccio della morte per l’omicidio di una 18enne bianca: un delitto al quale è completamente estraneo, ma per il quale bisognava trovare un colpevole in fretta, per “tranquillizzare la comunità” (bianca).

 

Tratto dal libro omonimo di Bryan Stevenson, edito in Italia da Fazi a fine gennaio, “Il diritto di opporsi” è un legal drama avvincente che tocca le problematiche legate alla razza e alla giustizia, nonché il tema sempre emotivo e attuale della pena di morte.

Tecnicamente impeccabile, privo di trucchi narrativi e orpelli, il film diretto da Destin Daniel Cretton non è interessato a utilizzare un’eccessiva drammatizzazione o rivelazioni a sorpresa. Qui tutto viene raccontato con lo stesso tono, la vittoria come la sconfitta.

Rassicurante nel suo essere vecchio stile, “Il diritto di opporsi” pone molta attenzione sul potere dello sguardo: all’inizio McMillian riesce a malapena a sollevare gli occhi da terra, mentre quelli di Stevenson sono diretti e irremovibili.

Potente la performance di Jamie Foxx, ma forse la più grande rivelazione è Rob Morgan che interpreta Herb, un veterano del Vietnam affetto da stress post-traumatico. La sua ultima, orribile scena è recitata così bene che lo spettatore si trova davvero a disagio.

Raffinato e sobrio, “Il diritto di opporsi” non solo rende giustizia ai personaggi della storia (che si ispirano a persone in carne e ossa), ma tocca in modo garbato tematiche delicatissime. Ben recitato, ben sceneggiato, onesto ed empatico.

 

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