Il Festival del Cinema povero accende i riflettori su Ispra

Paganini non ripete: una scelta artistica che ha fatto scuola. Vezzi stilistici a parte, talvolta replicare è un bene.

Lo è ad esempio nel caso del Festival Internazionale del Cinema Povero che ha riaperto il sipario nella location di Ispra, sul Lago Maggiore, per la seconda edizione.

Giancarlo Buzzi (qui potete trovare l’intervista su Parole a Colori), sceneggiatore nonché direttore artistico della manifestazione, ha deciso di riproporre il format, che ha riscosso lo scorso anno un grande successo, per mostrare al pubblico le novità del cinema cosiddetto “povero”, ma in realtà ricchissimo di qualità e di contenuti.

Un Festival che, per numeri, non ha nulla da invidiare ad altre manifestazioni più blasonate e sponsorizzate dalla stampa: i cortometraggi inviati all’attenzione degli organizzatori sono infatti stati 104, 45 stranieri e 59 italiani, con l’aggiunta di quattro lungometraggi.

Dopo la prima scrematura, 88 pellicole sono state visionate dalla giuria tecnica e poi da quella popolare nei mesi scorsi, per arrivare ai 12 finalisti.

L’auditorium di Ispra ha fatto nuovamente da sfondo alla serata inaugurale. Nonostante il Festival lombardo si differenzi per definizione da quelli hollywoodiani non manca neppure il tappeto rosso, tocco di glamour ed elegante.

Riconfermata, a furor di applausi, anche la coppia di presentatori dello scorso anno formata da Giancarlo Samaritani e Pierre Ley, affiatati, naturali, ironici nelle vesti di padroni di casa.

I dodici film finalisti arrivano da Argentina, Francia, Polonia, Svizzera, Iran e Italia. Lo spettro di temi affrontati dai registi è molto ampio; non mancano gli spunti di carattere contemporaneo, che dimostrano ancora una volta come il cinema cosiddetto “minore” sia molto attento alla realtà e alle dinamiche della nostra società.

Nel documentario “Prigionieri 2014 – Fuga dall’Isis” di Giusepp Ciulla e Cristina Scanu vengono messe in evidenza, con drammatica crudezza, le prospettive opposte dei combattenti dell’Isis e dei combattenti curdi impegnati nella guerra in Siria; in “Photo’sy Sister” di Narges Kharghani è la cultura oppressiva e castrante dell’Iran a essere fotografata.

Le sfumature dell’amore, si legge tra le righe di altre proposte, possono essere raccontate senza bisogni che ci siano Mr Grey e strumenti sadomaso in giro.

Il cinema italiano dà segni di vitalità creativa, con “La Stanza” di Michele Assante, “Islander Today” di Nicolò Piccione e “Ignorance” di Andrea Lorenzini, dove bellezza naturale e bellezza dell’anima si mescolano, dimostrando che la Sicilia non è solo mafia e indolenza.

Se a sentire le parole Festival e cinema molti pensano al glamour di Hollywood o di Cannes, la kermesse di Ispra dimostra che non necessariamente servono budget faraonici e flash impazziti per godere di una serata di cultura e di spettacolo.


 

NO COMMENTS

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Exit mobile version