“Il fratello”: recensione del nuovo romanzo di Jo Nesbø

Il maestro indiscusso del thriller scandinavo ed Einaudi in libreria con una storia adrenalinica

Siamo una famiglia e dobbiamo restare uniti perché non abbiamo nessun altro: amici, fidanzate, vicini, compaesani, lo Stato, non sono che un’illusione; non valgono un cazzo il giorno in cui ti trovi veramente nel bisogno. Allora saremo noi contro loro, Roy. Noi contro tutti quanti gli altri.

 

Inizia così Il fratello, il nuovo romanzo di Jo Nesbø, uscito per Einaudi a inizio novembre. Le parole sono quelle pronunciate dal capo famiglia, il padre di Roy e di Carl. Perché la famiglia è il centro di tutto, l’unica cosa che conta. 

Tu ed io siamo uguali Roy. Siamo più duri dei tipi come Mamma e Carl, e perciò dobbiamo proteggerli. Sempre! Mi hai capito?

I fratelli Roy e Carl sono cresciuti seguendo questi insegnamenti a Os, un paesino tra le montagne nel nord della Norvegia. Il primo, il maggiore, sempre pronto a togliere dai casini il secondo, dalla sbronza facile, il più delle volte a suon di scazzottate. 

Ma quegli anni sono ormai lontani. Mamma e Papà sono, nel frattempo, deceduti, precipitando in un burrone inaccessibile, il Salto, mentre erano a bordo di una magnifica Cadillac de Ville. Dei due fratelli, Roy è rimasto a Os, dove vive una vita solitaria, gestendo una pompa di benzina, lontano dalle risse di un tempo. Carl si è invece trasferito in Minnesota grazie a una borsa di studio, e qui è diventato un imprenditore di successo.

Ma ecco che, inaspettatamente, Carl, preceduto dalla eco del suo successo, preannuncia a Roy la sua intenzione di tornare ad Os per realizzare un progetto faraonico. Un ritorno in grande stile, il suo, a bordo di una scintillante Cadillac de Ville d’epoca e, soprattutto, con lei, Shannon, originaria di Barbados, minuta, eterea, dal fascino sconvolgente.

L’intenzione è quella di costruire un hotel di lusso e quindi trasformare il piccolo paese in una ridente e affermata località di villeggiatura. Un progetto a cui dovrà partecipare l’intero Paese e che porterà, certamente, benessere a tutti.

Ma ora che Carl è tornato, quel passato buio, lontano, che sembrava orami sepolto e dimenticato torna ad affacciarsi con tutta la sua veemenza e Roy, suo malgrado, sarà di nuovo chiamato a difendere il fratello dall’ostilità dei compaesani, ma anche se stesso, perché “quando sei nella merda fino al collo è meglio non abbassare la testa”.  

Il fratello” è un bel romanzo, adrenalinico, ricco di suspence, che non lascia spazio a buonismi di maniera. La trama affronta anche delle verità scomode, sconcertanti, dissimulate da un’apparente e rassicurante normalità. Nesbø si conferma maestro indiscusso del thriller scandinavo, oramai un genere letterario a sé.

Sarà sempre l’interesse familiare a guidare le scelte di Roy e di Carl, finanche ai sacrifici più estremi. La famiglia prima di tutto e a qualsiasi prezzo!

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