“Il grande passo”: una commedia agrodolce con due grandi protagonisti

Stefano Fresi e Giuseppe Battiston sono due fratelli agli antipodi nell'opera seconda di Padovan

Un film di Antonio Padovan. Con Stefano Fresi, Giuseppe Battiston, Flavio Bucci, Francesco Roder, Camilla Filippi. Commedia, 96′. Italia 2019

Mario vive a Roma, Dario nel Polesine. Mario ha una ferramenta, Dario un casolare. Mario segue le regole, Dario le disprezza. Figli dello stesso padre e di madre diversa, Mario e Dario sono fratelli ma non hanno niente in comune. Lontani e spaiati, condividono soltanto il dolore dell’abbandono paterno. La follia di Dario, genio incompreso dell’ingegneria aerospaziale, provoca suo malgrado la loro riunione. Dopo un tentativo di lanciarsi sulla Luna finito con un campo incendiato e la denuncia del vicino, Dario viene condannato al ricovero coatto ma l’intervento provvidenziale di Mario cambia il corso degli eventi e punta la Luna.

 

Parafrasando la storica frase detta da Neil Amstrong non appena sbarcato sulla Luna nel 1969 – “Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un gigantesco balzo per l’umanità” – ci piace pensare che “Il grande passo”, opera seconda di Antonio Padovan, in uscita il 20 agosto, possa segnare l’inizio di una rinascita per il nostro cinema.

Presentato al Torino Film Festival 2019, il film ha “eroicamente” resistito alle lusinghe dello streaming attendendo la fine del lockdown per poter essere proiettato in sala. Una scelta coraggiosa, che ci auguriamo di cuore venga premiata al box office.

“Il grande passo” è una fiaba moderna, una storia di fratellanza ritrovata e di folle resistenza alle ingerenze del mondo, che molto spesso mette i bastoni tra le ruote ai sognatori.

Il regista ha dichiarato apertamente di aver omaggiato e in alcuni passaggi persino copiato lo stile di Carlo Mazzacurati e Steven Spielberg, che in modo differente hanno influenzato la sua carriera.

La storia è semplice, lineare ma anche intensa, profonda ed emozionante come solamente quelle dotate di un quid in più sanno essere. La sceneggiatura è avvolgente, sincera, carica di pathos. Le umane fragilità, persino la follia, qui non sono viste come debolezze ma piuttosto come il motore per riscattarsi da una vita fino a quel momento avara di amore e riconoscimenti.

Padovan si affida al talento, alla fisicità e alla straordinaria alchimia umana e artistica tra i protagonisti, Giuseppe Battiston e Stefano Fresi. L’inedita coppia si rivela perfetta e credibile nel ruolo dei fratellastri e nonostante la stazza danza leggera sulla scena, seguendo una sceneggiatura fatta su misura. Nelle loro incomprensioni e litigate tutti potremmo rivedere qualcosa della nostra vita quotidiana in famiglia.

Nonostante sia una commedia agrodolce, quasi esistenziale, lo spettatore guardando “Il grande passo” non avverte mai un senso di pesantezza o di inutile retorica. Perché il film parla con sensibilità e dolcezza del disagio mentale, puntando il dito contro i luoghi comuni e i pregiudizi a riguardo.

Una chicca, insomma, dove è anche possibile apprezzare il compianto Flavio Bucci nella sua ultima apparizione. Una storia toccante, che emoziona, diverte e alla fine commuove.

 

Il biglietto da acquistare per “Il grande passo” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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