“Il ladro di tatuaggi”: recensione del romanzo di Alison Belsham

Newton Compton pubblica il secondo romanzo della serie thriller aperta da "Il tatuatore"

L‘ispettore Frank Sullivan e la sua squadra – di cui fa ormai parte a pieno titolo anche la coraggiosa e indomita tatuatrice Marnie Mullins – sono tornati! Dopo il fortunato esordio con “Il tatuatore”, Alison Belsham regala ai lettori un nuovo romanzo, Il ladro dei tatuaggi, edito in Italia da Newton Compton, che si pone in continuità con il precedente quanto ad ambientazione (la città di Brighton), protagonisti e soggetto.

Anche in questo caso, infatti, il giovane ispettore, osteggiato dal suo capo proprio per via della giovane età, si trova a dar la caccia a un serial killer che tatua le sue vittime. L’assassino imprime sulla schiena dei malcapitati dei versetti latini tratti da una composizione vocale barocca del XVII secolo del musicista Dietrich Buxtehude, utilizzando inchiostro avvelenato. E le vittime presentano anche le medesime stimmate di Gesù Cristo…

Un romanzo ben costruito, scorrevole, dove si raccontano con stile i punti di vista dei protagonisti, le loro angosce, i loro timori. Apprezzabili, a mio avviso, anche i capitoli in cui viene descritta la vita parallela dell’assassino e le motivazioni alla base dei suoi folli gesti. L’espediente narrativo può disorientare il lettore, ma personalmente credo potrebbe diventare un tratto distintivo dei romanzi della Belsham.

Mi sarei aspettato, però, una maggiore tensione emotiva, relegata ne “Il ladro di tatuaggi” quasi esclusivamente nella parte finale, nelle ultime, concitate, fasi che precedono la cattura dell’assassino. Quello che distingue per me il thriller dagli altri generi narrativi è proprio l’incalzare delle situazioni, la suspense e la tensione crescenti, che qui mancano.

Saranno, comunque, i prossimi romanzi della Belsham a dare una risposta ai miei dubbi. Io li aspetto fiducioso. Soltanto una nota a margine: evitiamo, al momento, improbabili accostamenti con Stieg Larsson… d’altronde, siamo solo al secondo romanzo dell’autrice.

 

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