“Il museo delle promesse infrante”: recensione del libro di E. Buchan

Casa Editrice Nord pubblica una storia ricca di emozioni, che si sviluppa però soprattutto nel passato

Questo museo esiste per conservare e trasmettere qualcosa di più prezioso di quadri e statue: le nostre emozioni.

Uscito per Editrice Nord a inizio anno, Il museo delle promesse infrante di Elizabeth Buchan è un libro che ti porta a viaggiare tra rimorsi e amore, fiducia e tradimento, oppressione e paura.

Il museo che Laure, la protagonista, ha aperto a Parigi, nel quartiere Canal Saint-Martin, è unico nel suo genere. Qui sono esposti gli oggetti più disparati, simboli di promesse infrante, portati dalle persone per raccontare la loro storia sospesa. Laure ne fa la sua unica ragione di vita, dopo che la sua vita è rimasta bloccata nella Praga del 1986.

Sarà l’incontro con May, una giornalista senza troppi scrupoli, a portarla a riappacificarsi con la sua giovinezza e con il suo passato, con quanto è successo al di là della “cortina di ferro”, in una città pulsante di passione, bellezza e arte ma oppressa dal regime.

Il museo delle promesse infrante” è un libro ricco di emozioni, che però non viene sviluppato al meglio. Il presente, infatti, viene del tutto sacrificato in favore del racconto del passato di Laure e questo, alla lunga, risulta pesante. La fluidità della storia ne risente.

Al di là di questi difetti, un libro consigliato a chi vuole respirare la bellezza e la purezza del primo amore, ma anche a chi cerca una strada per far pace con i propri sentimenti e il proprio passato.

 

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