“Il principe cerca figlio”: un sequel pacchiano, che svilisce l’originale

Eddie Murphy torna in uno dei suoi ruoli iconici degli anni '80 ma il risultato convince poco

Un film di Jonathan Levine, Craig Brewer. Con Eddie Murphy, James Earl Jones, Wesley Snipes, John Amos, Garcelle Beauvais, Leslie Jones. Commedia. USA 2021

Nel regno di Zamunda cresce la preoccupazione per la salute del re Jaffe Joffer. Sapendo che il principe Akeem ha avuto solo figlie e non ha quindi legittimi eredi al trono, il generale Izzi della nazione rivale Nexdoria lo insidia, alternando proposte di matrimoni di interesse tra le rispettive famiglie a minacce belliche. Ma il veggente Baba rivela ad Akeem che a New York, nel Queens, vive Lavelle Junson, suo figlio maschio illegittimo, del tutto ignaro del proprio lignaggio reale.

 

Nostalgia, nostalgia canaglia cantavano nel 1987 Albano e Romina. Un anno dopo usciva al cinema “Il principe cerca moglie” di  John Landis, con Eddie Murphy, che sarebbe poi diventata una delle commedie più amate di sempre.

Su Prime Video, a partire dal 5 marzo, è possibile “gustarsi” il ritorno dell’ex principe Akeem Joffer, di moglie e fidato consigliere… ma sinceramente fatico a pensare che il film possa riscuotere lo stesso successo di quello che lo ha preceduto!

Ultimamente le reunion del cast di film e serie storiche vanno di moda, e sono l’occasione per mostrare al pubblico, un tempo adorante, che il tempo passa per tutti. Probabilmente anche in questo caso l’idea di partenza sarà stata quella… ma poi i produttori e/o gli attori si sono fatti ingolosire dalla possibilità di un nuovo successo, ed eccoci qui, davanti a un prodotto di cui non c’era bisogno.

“Il principe cerca figlio” è tutto giocato sui toni dell’amarcord e della nostalgia per un periodo storico ormai lontano. Perché diciamocelo: se nel 1988 un certo tipo di comicità era di tendenza e “andava bene”, oggi, nell’epoca delle proteste per i diritti civili e del #blacklivesmatter appare tutto tristemente forzato – e superato

Sembra di avere davanti una vecchia auto, riverniciata e lucidata per l’occasione. Da lontano può anche sembrare appena uscita dal concessionario, ma mano a mano che ti avvicini emergono tutte le magagne legate all’età e all’usura. 

La sceneggiatura è costruita su uno spunto davvero debole. Prima di incontrare e innamorarsi della sua Lisa, Akeem avrebbe avuto una storia di una notte con un’altra donna del Queens – e da questa un figlio illegittimo. Figlio che, senza tanti problemi o verifiche, viene poi accolto anni dopo a Zamunda.

Gli autori ci provano anche, ad affrontare tematiche scomode e attuali – lo scontro tra tradizione e modernità, o il superamento del patriarcato – ma questo stride con l’anima stessa della pellicola, scanzonata, ironica, pacchiana (i numeri canori sono qualcosa di incommentabile).

I nostalgici apprezzeranno forse di rivedere luoghi, personaggi e scene cult, ma al di là di bei costumi e ambientazioni non c’è molto che si elevi sopra la mediocrità. Persino la coppia formata da Eddie Murphy e Arsenio Hall è piuttosto monocorde e ripetitiva. 

E i giovani difficilmente resteranno affascinanti da un film che mescola nostalgia e trash ma propone poco di nuovo – al di là della strizzata d’occhio in chiave ironica al film Marvel “Black Panther”, nei passaggi rituali che Lavelle Junson deve superare per dimostrarsi degno del trono del padre ritrovato. 

“Il principe cerca figlio”, insomma, ha più difetti che pregi. Che siate nostalgici o neofiti, il mio consiglio è ancora una volta vedere il primo film. Anche in questo caso, il sequel non è nemmeno lontanamente all’altezza.

 

Il biglietto da acquistare per “Il principe cerca figlio” è:
Nemmeno regalato. Omaggio (con riserva). Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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