“Il ragazzo nuovo”: un cortile scolastico specchio della società

Tracy Chevalier rilegge in chiave moderna, per Rizzoli, la tragedia dell'Otello di William Shakespeare

È quasi estate, la scuola sta per finire. Ma per Osei Kokote, tredici anni, figlio di un diplomatico ghanese, è il primo giorno in un nuovo istituto, nell’ennesima città in cui si trova circondato da visi sconosciuti. Stavolta i suoi compagni sono solo ragazzini bianchi. E quando Osei mette piede nel cortile, quel mattino, con gli alunni tutti in fila, in attesa che la campanella dia inizio alle lezioni, per un attimo a muovere l’aria sono soltanto le domande sussurrate a mezza bocca e le occhiate diffidenti. Per sua fortuna troverà presto un’alleata in Dee, la ragazzina più popolare della scuola, la biondina che tutti vorrebbero come amica. La complicità tra loro è immediata: un sentimento che nasce e cresce improvviso, talmente intenso da sollevarsi in volo come un globo di luce in un giorno uguale agli altri, ma al tempo stesso un sentimento troppo pulito e cristallino per non provocare invidie e reazioni malevole.

 

Un progetto internazionale, diversi autori contemporanei che riscrivono le opere più amate di William Shakespeare in chiave moderna, raccontando il mondo di oggi attraverso topoi e tipi letterari senza tempo. In questo quadro si inserisce “Il ragazzo nuovo” di Tracy Chevalier, edito da Rizzoli.

La maestra nella narrazione storica ha scelto di ambientare la sua storia nell’America degli anni ’70, all’interno di un cortile scolastico di una scuola di periferia di Washington D.C. Qui “i ragazzini si fidanzano all’intervallo e si lasciano all’ora di pranzo”, ma i loro gesti scanzonati e i giochi lasciano già trasparire gli insidiosi pregiudizi propri degli adulti.

La tragedia di Osei Kokote, il protagonista, si svolge nell’arco di un solo giorno – che sembra poco ma non lo è, per raccontare come gelosia, prevaricazione e tradimento possano stritolare un gruppo di amici o presunti tali. La Chevalier ha trasformato il cortile scolastico in un vero e proprio diorama della nostra società, che è rappresentata in tutte le sue categorie dagli studenti.

Il libro affronta in maniera originale alcune tematiche di stretta attualità, tra tutte il razzismo e il bullismo, spesso due facce della stessa medaglia. Come accogliamo chi è diverso da noi? Come reagiamo di fronte a situazioni che ci spiazzano? È più facile isolare o accogliere?

La comunità scolastica viene presa a modello per raccontare la società contemporanea, preda di passioni violente, spesso difficile da comprendere. Tra progetti di muri che segnano il confine con il Messico e test nucleari nei cieli orientali, siamo certi di poterci ancora definire l’era della ragione?

Un libro da leggere, anche a scuola.

 

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Valeria Arciuolo
Ligure di origini, vive in provincia di Novara da tre anni a questa parte per amore e per lavoro. Mamma blogger, adora il cinema, la lettura, l’arte e la moda. Scrive per diverse testate e spera in futuro di portare avanti un progetto tutto suo.

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