“Il re traditore”: recensione del libro di Andrew Lownie edito da Neri Pozza

La vita, scandalosa e contraddittoria, del duca di Windsor e della moglie Wally Simpson

È uscito in libreria, edito da Neri Pozza, il 15 novembre Il re traditore” di Andrew Lownie, un libro-indagine che racconta la vita del duca e della duchessa di Windsor, aka David e Wally Simpson, dopo che lui aveva rinunciato al trono inglese per poterla sposare. Un libro che, vista la mia passione per la storia inglese, non potevo non leggere. 

L’11 dicembre 1936, con il voto di ratifica dell’abdicazione da parte del parlamento inglese, Edoardo VIII decade da monarca dopo 326 giorni di regno. David, così lo chiamano in famiglia, avvera in tal modo la premonizione del padre, secondo cui il figlio si sarebbe «rovinato» entro dodici mesi dalla sua morte. Il neo-duca di Windsor, però, non ha alcuna percezione della rovina.

Legioni di detrattori hanno gridato allo scandalo per la sua relazione con la commoner americana divorziata, ma ora, dopo l’accettazione della sua rinuncia alla corona, non resta loro che tacere. David e Wally Simpson potranno finalmente vivere, come si suole dire, felici e contenti. Ma sono stati davvero felici e contenti? Per la maggior parte degli storici l’abdicazione costituisce l’epilogo del caso che sconvolse la monarchia, la società e il governo inglesi. Per Andrew Lownie ne è soltanto l’inizio.

È lo scandaloso esilio dei duchi duca a gettare luce sulla reale personalità dei due, sulla natura della loro relazione e sugli oscuri rapporti che intrattennero nel corso dei loro soggiorni in Europa e alle Bahamas. Celebrati come gli esuli glam per eccellenza dalla stampa dell’epoca, i Windsor si svelano come capricciosi, adulterini, ossessionati dalla propria immagine al punto da manipolare i media, attori consapevoli di pagine buie della Storia, dalla faida interna alla famiglia reale inglese al tentativo dei nazisti di fare di Edoardo un Pétain inglese.

Leggendo “Il re traditore” è evidente l’attento lavoro di ricerca portato avanti dall’autore, Andrew Lownie, per illuminare le zone d’ombra della vita e della personalità dei due protagonisti, delineare il loro mondo e la società di cui fecero parte, raccontare episodi su cui fino a oggi si è cercato di mantenere un certo riserbo, come i loro rapporti con gli alti quadri nazisti. Se, come ho detto, la ricostruzione è molto precisa, questo va a discapito del ritmo e per certi versi anche della leggibilità del libro.

Il re traditore” è una cronaca dettagliata infarcita di frasi riportate (anche dai diari e dalle corrispondenze personali dei vari personaggi coinvolti) e nomi, tanti nomi. Racconta molto, intrattiene poco. Perché oggettivamente leggerlo è difficile, talvolta sfiancante. I duchi di Windsor sono oggetti di studio, vengono descritti nei dettagli ma risultano poco vivi. Non si prova per loro – eccetto che in alcuni passaggi – nessuna partecipazione. È come leggere un saggio su una coppia di uccelli esotici: ce li vediamo davanti in tutta la loro complessità, ma alla fine non li sentiamo più vicini di quanto non fossero all’inizio. 

C’è poi il fatto che il libro, più che porre delle domande a chi legge, tratteggia un possibile scenario e, di fatto, dà una sua interpretazione non solo di come si sono svolti i fatti (e questo può starci, se ci si basa scrupolosamente sulle fonti) ma anche di quello che David e Wally hanno provato l’uno per l’altro e hanno pensato nelle varie situazioni (e questo, senza aver potuto intervistare i diretti interessati, e trattandosi di un saggio e non di un romanzo, mi sembra meno plausibile e “giusto”). 

Il matrimonio dei duchi di Windsor sarà stato probabilmente meno simile alla storia d’amore perfetta che in alcuni hanno voluto raccontare. Ci saranno stati alti e bassi e momenti di sconforto. Ma, anche basandosi su lettere e parole di persone che hanno potuto interagire con loro, penso che nessuno possa permettersi di dire: non si amavano/lei non lo amava/erano infelici. Perché quello che succede tra due coniugi resta, nella maggior parte dei casi, un grande mistero. 

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Roberta Turillazzi
Giornalista per passione e professione. Mamma e moglie giramondo. Senese doc, adesso vive a Londra, ma negli ultimi anni è passata per Torino, per la Bay area californiana, per Milano. Iscritta all'albo dei professionisti dal 1 aprile 2015, ama i libri, il cinema, l'arte e lo sport.

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