“Il richiamo della foresta”: un adattamento a misura di famiglia

Il film di Chris Sanders depura l'originale delle parti più oscure ma così facendo perde in fascino

Un film di Chris Sanders. Con Harrison Ford, Omar Sy, Dan Stevens, Karen Gillan, Bradley Whitford, Colin Woodell. Avventura, 110′. USA 2020

In California, a fine ‘800, il grosso cane Buck vive nella fattoria di un giudice. Rapito per essere venduto come cane da slitta per i cercatori d’oro del Klondike, Buck si ritrova in Alaska, rinchiuso in gabbia e addestrato alla legge del bastone. Acquistato da un francese che consegna la posta negli avamposti dei cercatori d’oro, entra in una muta di cani e in poco tempo, coraggioso e possente, ne diventa il capo. Quando però il postino perde il lavoro, viene acquistato da un feroce viaggiatore in cerca di fortuna. Salvato dall’eremita John Thornton, Buck trova finalmente un amico con il quale spingersi nelle profondità delle terre selvagge. Qui sentirà sempre più forte “il richiamo della foresta” e si unirà a un branco di lupi, senza però dimenticherà l’affetto per il suo anziano padrone.

 

Da sempre considerato uno degli eroi a quattro zampe più amati dei romanzi d’avventura, il cane Buck torna protagonista al cinema.

Nel nuovo adattamento de “Il richiamo della foresta”, diretto da Chris Sanders, l’intenzione sembra quella di snellire alcuni passaggi del romanzo di Jack London, principalmente quelli più oscuri, per puntare su un romanticismo a tratti estremo, che finisce per snaturare l’opera originaria.

A venire disperso e annacquato è soprattutto lo spirito d’avventura e la voglia di far emergere il proprio istinto che sono i tratti distintivi del Buck del romanzo. Qui, invece, complici anche i personaggi che gli si affiancano, in molti casi inventati dagli sceneggiatori, è tutto un po’ troppo sentimentale.

Le ambientazioni del film sono sicuramente suggestive; le inquadrature panoramiche hanno alle spalle una consistente fotografia. Sanders porta il suo protagonista attraverso strade meno tortuose rispetto all’originale, e crea così un prodotto per famiglie.

La scelta di non mostrare la violenza, elemento fondamentale nella maturazione di Buck, o anche di modificare alcuni tratti caratteriali e biografici di John Thornton, interpretato con prudenza da Harrison Ford, priva la narrazione delle sue parti più interessanti.

Alla fine questo “Richiamo della foresta” è un film visivamente piacevole ma incapace di avvolgere e togliere il fiato come il bellissimo romanzo a cui liberamente si ispira.

 

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Concetta Piro
Nata a Napoli, a otto anni si trasferisce in provincia di Gorizia dove si diletta di teatro. Torna nella sua amata città agli inizi del nuovo millennio e qui si diploma in informatica e comincia a scrivere - pensieri, racconti, per poi arrivare al primo romanzo, "Anime". Nel frattempo ha cambiato di nuovo città e scenario, trasferendosi nelle Marche. Oggi conduce per RadioSelfie.it "Lo chiamavano cinema", un approfondimento settimanale sulla settima arte, e scrive articoli sullo stesso tema.

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