“Il segreto della fotografa francese”: recensione del libro di Natasha Lester

Un romanzo storico che unisce con stile passato e presente, edito a novembre per Newton Compton

Uscito a novembre per Newton Compton, Il segreto della fotografa francese di Natasha Lester è un romanzo inatteso, capace di catapultare il lettore all’interno della trama e tenerlo incollato alle pagine fino all’epilogo.

Il romanzo, di cui è protagonista Jessica May, modella newyorkese di 22 anni, è ispirato alla storia di Lee Miller (1907-1977), la modella statunitense di “Vogue” che divenne una delle prime fotoreporter di guerra.

Era il 1943 e Jessica May – dopo un  incidente che aveva interrotto, momentaneamente, la sua carriera in passerella – sedeva nell’Ufficio affari esteri del Governo degli Stati Uniti in attesa dell’autorizzazione per raggiungere il fronte di guerra come reporter.

Era abituata ad essere elogiata; ogni volta che andava a una festa o entrava in un club sentiva tutti gli sguardi puntati addosso, come se nella realtà Jessica May fosse davvero bella come sulle pagine di una rivista. Ma adesso era diverso. Quella donna la stava scrutando così intensamente che si sentiva inchiodata alla sedia e abbassò lo sguardo perché non vedesse in lei la persona sbagliata da inviare in Europa.
“Il mio obiettivo non è inviare donne in una zona di guerra”, disse l’altra con tono pragmatico, addirittura educato. Ma quelle parole furono un pugno allo stomaco con cui Jess capì che sarebbe rimasta dov’era, a fare quello che stava facendo; che essere un manichino con un bel sorriso era il lavoro giusto per lei.

Nonostante le premesse, inizia così il viaggio che dalla Grande Mela catapulta Jess prima a Londra, quindi in Italia, dove si ritrova, casualmente, ad essere testimone della battaglia di Montecassino. Ed è in quell’occasione – nel fango di una trincea sotto il fuoco nemico – che Jess viene trattata dal capitano Dan Hallworth per la prima volta al pari di tutti gli altri soldati americani al fronte.

Nei giorni successivi, tra le tende dell’ospedale da campo, conosce Victorine, una bambina francese di appena 4 anni, adottata da Dan dopo la morte dei genitori, con la quale instaurerà un rapporto d’amore di tipo materno.

Le settimane e i mesi successivi la riconducono a Londra, di qui in Francia e poi in Germania. La sua determinazione ad avere gli stessi diritti dei reporter uomini, in un periodo di pervasivo maschilismo, le procurano non pochi nemici, tra cui primeggia il viscido e perfido tenente Warren Stone; ma ci sono anche degli amici veri, come la reporter Martha Gellhorn e il tenente colonnello Dan.

Jess documenta, senza mai cedere alla disperazione, tutte le atrocità di quegli anni, dalla mostruosità dei campi di concentramento a quelle commesse dai soldati americani, che, al pari dei nemici, trattano le donne come trofei, abusandone senza ritegno. E alla fine la guerra rimarrà ben vivida nella memoria di chi vi ha preso parte attivamente, reporter inclusi, nonostante gli sforzi per cancellarla…

Il segreto della fotografa francese” segue due linee temporali differenti: la prima con protagonista Jess nel corso degli anni ’40; la seconda incentrata sull’esperta d’arte D’Arcy Hallworth che nel 2004 arriva a Lieu de Reves, un castello fiabesco alle porte di Parigi, per selezionare le foto di una misteriosa fotografa per un’esposizione oltreoceano.

L’incontro con Jessica May, che aveva scelto fino ad allora di vivere nell’ombra, diventa per D’Arcy l’occasione di scavare nel proprio passato, ma anche quella di provare a costruire un futuro diverso. Diverso da quello di chi, per le troppe verità taciute, ha dovuto arrendersi all’infelicità.

Un libro intenso, che nonostante la complessità della trama, degli intrecci e dei due assi temporali, si caratterizza per una prosa scorrevole, asciutta e potente. E se la prima parte del libro sconvolge per l’audacia di Jess sullo sfondo della seconda guerra mondiale, la seconda colpisce per l’intrinseca riflessione sul senso profondo dei legami, sul perdono e sul dolore generato dai troppi silenzi.

 

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