“Il Signore degli Anelli – Gli anelli del potere”: un fantasy epico ma freddo

La serie prodotta da Prime Video è "tolkeniana", visivamente impeccabile ma poco toccante

Una serie ideata da J. D. Payne, Patrick McKay. Con Morfydd Clark, Robert Aramayo, Markella Kavenagh, Ismael Cruz Córdova, Nazanin Boniadi, Owain Arthur, Daniel Weyman, Cynthia Addai-Robinson, Maxim Baldry. Fantasy. USA. 2022-in produzione

 

Fine estate nel segno del fantasy, lo sapevamo. Dopo l’uscita dei primi episodi della serie HBO “House of the Dragon” (la trovate su Sky Atlantic, in versione originale e, dal 29 agosto, anche in italiano), è stata la volta di “Il Signore degli Anelli – Gli anelli del potere“, che ha debuttato su Prime Video il 2 settembre.

Se dopo aver visto i vari trailer e teaser in questi mesi qualcuno aveva ancora il dubbio che una doppia uscita di questo livello avrebbe potuto saturare l’attenzione del pubblico – detto altrimenti, che fosse un bel rischio, rilasciare due serie “sorelle” a così breve distanza una dall’altra – credo che la visione dei primi due episodi di entrambe abbia sgombrato il campo.

Se “House of the Dragon” (qui trovate 10 curiosità sulla serie) è infatti degna erede di “Game of Thrones”, violenta, sanguigna, aperta nel mostrare morte e sesso, “Gli anelli del potere” è tolkeniana fino al midollo. Una serie fantasy classica ed epica, così come a suo tempo lo è stata la trilogia cinematografica di Peter Jackson, che potrebbe vedere senza problemi anche un bambino di 10 anni.

Queste storie della Terra di Mezzo emozionano per la bellezza della fotografia, per la colonna sonora che sottolinea i vari momenti con gusto, per i costumi (emblematica in questo senso la scena della nave degli elfi che naviga verso il regno di Valinor, in un’atmosfera quasi mistica). Emozionano per la caratterizzazione attenta dei protagonisti, ma a livello visivo più che narrativo.

Il primo episodio, “L’ombra del passato”, è chiaramente introduttivo. Il pubblico è chiamato a (ri)prendere familiarità con una terra vasta e sconfinata, che si arricchisce rispetto al passato, e con un gran numero di personaggi, che vengono posizionati sulla scacchiera come pedine degli scacchi. Quello che la storia riserverà a ognuno di loro lo scopriremo nel proseguo.

Per adesso posso dire che, al netto della bellezza delle immagini e della curiosità di scoprire ogni dettaglio, che ti spinge ad andare avanti nella visione, la componente umana e recitativa è alquanto sottotono. Tutti gli attori – soprattutto quelli che interpretano gli elfi – sono molto distaccati e freddi, prigionieri quasi dei rispettivi personaggi. C’è una certa difficoltà a trasmettere a chi guarda reali emozioni attraverso le azioni e le parole, e non solo con le immagini. 

Si potrebbe contestare che, almeno gli elfi, per natura e definizione, sono algidi, “ultraterreni” e che quindi questo distacco da noi umani è normale, ma se pensiamo a Legolas oppure ad Arwen, a come sono stati scritti e poi interpretati nei film, ci renderemo conto che è possibile mantenere una giusta caratterizzazione senza per questo mancare di umanità e calore

“Il Signore degli Anelli – Gli anelli del potere” ha una confezione impeccabile, sfavillante, bellissima. C’era da immaginarselo, ed era stato confermato, che Prime Video non avrebbe badato a spese in questo senso. Adesso bisogna mettere del contenuto e delle emozioni, in questo involucro. Scopriremo nelle prossime sei settimane cos’è stato fatto in questo senso. 

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